I. sputando sangue
che poi sono sempre gli stessi motivi per cui ci fu la rivolta dei banlieusard qualche anno fa, nella civilissima e economicamente salda Francia di Sarkozy. disoccupazione alle stelle, un’accettazione sociale passata per un politically correct istituzionale- buono per una parata pubblica o per le foto sui giornali, ma del tutto inefficace nella vita pratica-, un benessere che aveva addirittura cessato di essere una meta ed era giunto alle soglie dell’utopia più spinta. il paradosso è che, una volta (il ’68, il ’77), i giovani contestavano il sistema e chiedevano- lottavano- per starne fuori; ora siamo fuori da qualsiasi logica: i giovani vorrebbero, agognano,l’accettazione socio-economica e l’acquisizione degli status, vorrebbero scrollarsi di dosso l’etichetta di paria sociale: in sostanza, lottano per entrarci, nel sistema. ma ora è il sistema che non li vuole, o meglio: che può benissimo farne a meno, e di fatto li ignora. d’altronde, siamo in crisi, no?
la contestazione violenta, infatti, e secondo una logica correttissima, ha puntato il mirino sui simboli del commonwealth civile (vedi Hobbes), le istituzione post-moderne e post-capitaliste della new economy tanto lodata: centri commerciali, negozi, eccetera, tutto ciò che i figli delle élite, della middle-class, detengono e loro no. per loro sussidi di disoccupazione (perché un lavoro, in Inghilterra come da queste parti, è e continua a essere un miraggio), facile accesso alle armi e ancora più facili esperienze con le droghe, ormai reputabili come gli unici anestetici passabili per poter sopportare, a denti stretti e senza torturarsi psicologicamente, la realtà di tutti i giorni. cos’altro ci vuole per convincerci che questa civiltà è solo una crudele farsa?