No, non è vero, ecco il resto: non capisco e non condivido l'entusiasmo di alcuni, ma non mi sembra nemmeno un film da liquidare con tanta leggerezza.
Il suo pregio principale paradossalmente è proprio il lunghissimo prologo in cui non succede nulla, viene solo preparata la suspence per la prevedibile conclusione, il bello è che poco prima avevo visto Non avere paura del buio (a proposito, filmetto anonimo e banalissimo) in cui il problema è inverso, qualcosa succede ma... chissenefrega.
Sai che c'è qualcosa dietro l'angolo ma non sai quanto manca per svoltare, però è tutto qui, una semplice attesa, la suspence è lì ma non viene alimentata in nessun modo. Per fortuna osservare Jocelin Donahue che gironzola per casa è un piacere, altrimenti avrei gradito meno.
I titoli di testa mi hanno quasi fatto innamorare, semplici ma con stile, già dai primi istanti si capisce che il film è un bell'omaggio al filone horror anni '70 e '80 (più '80 però, anche se ricorda tantissimo Halloween).
Poi però arriva la delusione, forse proprio per colpa di alcuni commenti iper entusiastici che ho letto su forum e siti di cinema. La lunga attesa non è un problema, anche perché qui è gestita abbastanza bene, ma ci si aspetta che il finale sia proporzionalmente esplosivo, invece boh, lo trovo alquanto moscetto. Il ritmo sale, la regia si fa inevitabilmente più movimentata ma non c'è una vera e propria brusca accelerata rispetto alla calma piatta di poco prima, eppure non ci vuole poi molto a vivacizzare un film dopo un incipit del genere (giusto per essere più chiaro, il film dura 95 minuti e gli eventi precipitano a circa 15-20 minuti dalla fine).
Anche sulla regia niente da segnalare, ha giusto qualche momento particolarmente ispirato, come l'inseguimento all'aperto nel finale o alcune inquadrature che ricordano tanto quelle dei film che cerca di omaggiare. Per esempio quella in cui Samantha si affaccia sulla scala del seminterrato mi ha fatto alzare entrambi i sopraccigli.