Finalmente visibile anche l'attesissimo (da chi scrive) secondo episodio della Trilogia del Centipede, dopo "The Human Centipede (First Sequence)" che qua ha fatto tanto discutere. Esagerata la locandina vero? Altro Cult per quanto mi riguarda. L'avvertenza iniziale è ancora una volta doverosa, alla quale aggiungo che qualche spoiler sarà inevitabile in quanto segue.
Martin (un simpaticissimo Laurence R. Harvey) è un dolce bambinone, asmatico e pinguediforme, che vive con la mamma e si prende grande cura di una scolopendra. Di lavoro fa il guardiano notturno in uno stabile, e mentre cura i monitor guarda continuamente il capolavoro del cinema che l'ha folgorato, il citato "The Human Centipede (First Sequence)". Grande fan e ammiratore del Dr. Heiter, prende scrupolosi appunti sulle lezioni che lo stesso tenne ai suoi bipedi prima di operarli. Anche se non apprezzato dalla madre, che vorrebbe accarezzarlo a coltellate e per tutta risposta si ritroverà il cranio arieggiato, Martin coltiva il sogno di realizzare in concreto un film come quello di Tom Six, superando persino Heiter. C'è qualche problema sul quale il nostro sorvola, tipo che lui non ha competenze mediche né una sala operatoria, per dirne solo 2, ma non saranno insormontabili. Dopotutto, dipende uno che aspettative di vita si attende dal Centipede...
Studia che ti ristudia il film in ogni fotogramma, ormai è tutto pronto per cominciare, a livello di know-how. Manca cosa? Una location, e per questa rimedierà il più disgraziato dei capannoni industriali. Poi occorre fare del casting ovviamente. Il Q.I. di Martin, uomo serafico eppur capace di grandi slanci, è sufficiente a comprendere che non troverà dei volontari per la cosa, allora se li procurerà nel garage di notte (e altri casualmente altrove) a suon di colpi di pistola non mortali e mazzate in testa con un piede di porco, dopodiché carica la carne sul furgoncino e via!
I primi 50 minuti sono questo: casting, preparazione location, definizione attrezzature, aggiustamenti alle relazioni familiari e di vicinato. Propedeutica.
Il film è in b/n ed ha, urli di disperazione e dolore a parte, una "industriale" gestione dei suoni, soffocata da alcuni momenti di silenzio assoluto. Nelle scene d'interno a casa di Martin, con quel contesto surreale, mi ha ricordato "Eraserhead" ma andiamoci piano coi paragoni. Non è il caso forse di fare troppo i "critici", qua siamo nel genere di film che vogliono stupire e sconvolgere, creare un caso, farsi amare o disprezzare. Un filo inferiore come livello generale secondo me, rispetto al precedente a colori, riesce però a superarlo largamente in violenza e sangue, e in schifezze. Dall'orrore, alle sensazioni di dolore, al rischio di vomitare, tutto è possibile per chi guarda. Vediamo in breve che succederà in quel capannone, dove si realizzerà un "decipede"...
Tutto quanto segue avverrà senza la minima forma né di anestesia né di profilassi: tranne alla destinata ad esser prima della fila, a tutti gli altri verranno spaccati i denti a martellate; a tutti saranno tagliati i tendini/legamenti al ginocchio per agevolare anzi costringere la camminata a quattro zampe; fatto un primo tentativo di scuoiare le natiche per attaccarvi la faccia di chi segue, si passerà ad una più pratica pinzatrice da falegname, senza ottenere la stessa tenuta che comunque risulterà bastante.
A chi urla troppo una piediporcata in testa fa anche da sedativo. Se necessario si strappa la lingua, le urla disturbano. Tra una soffiata di broncodilatatore e un'altra, Martin si gode la sua creatura che sembra fargli le fusa, ma non c'è molto tempo, bisogna finire il film.
Si passa alla nutrizione, per la prima della fila, con metodi "gentili". Come fare poi per velocizzare il travaso di cibo da un tassello all'altro? Le pernacchie si riveleranno insufficienti come stimolante, anche i massaggi all'addome, quindi non è difficile immaginare cosa farà. Sarà orribile vederlo, e che odore!, persino Martin ne proverà disgusto! Potrebbe anche fermarsi a questo punto, in poche ore ha fatto tutto, ma... quel che ancora resta, ed il finale scolopendrico-rettale, ve li lascio godere.
Sì, forse il primo film della trilogia rimane il migliore per ora, ma questo è un degno successore, esplora altre strade estetiche ed anche narrative. A chi ha fatto schifo il primo qua potrà solo peggiorare ulteriormente il suo giudizio, si risparmi pure la visione. Chi invece come me lo ha apprezzato non resterà deluso e si farà anche un bel po' di risate nella prima parte.
Per quelli che riescono a ridere anche dal minuto 51 in poi senza sboccare propongo di fondare un Club, siamo un'elite. E ci salutiamo con un bel sorriso, un momento di gioia del nostro "eroe".
Un saluto finale anche a chi ha gestito le due scolopendra utilizzate nel film, tal Michael Fordham, e pure un plauso proprio ai due artropodi che compaiono nei titoli di coda coi loro nomi propri!! Sono Kirsty e Gladice.
Cult da non perdere, per chi se la sente di vederlo.
Attendo con bava pendula il terzo episodio, nel quale mi attendo, spero, di veder concretizzata la locandina di questo secondo.
Robydick