Regia: Harald Zwart Anno: 2010 Titolo originale: The Karate Kid Voto: 6/10 Pagina di IMDB (6.2) Pagina di I Check Movies Acquista su Amazon
Che ne penso? Che secondo me, supera l'originale. In molte cose. Lasciamo perdere per favore la nostalgia, e certo se il primo vero ed unico Karate Kid non avesse avuto il successo che tutti noi gli riconosciamo, Zwart non avrebbe potuto creare questo reboot. Ce n'era bisogno? Visti i risultati direi proprio di sì, anche se a dispetto del titolo qui si pratica il kung fu e non il karate. E' d'obbligo quindi tracciare una linea netta con le differenze tra i due film, ma almeno non abbiamo uno sterile remake. Nonostante il ragazzino (americano di colore emigrato a Pechino con la madre) vittima dei bulli (qui cinesi) entri nelle grazie del maestro di arti marziali, le similitudini terminano qui e nasce una storia parallela, più moderna e senza dubbio più di impatto visivo. Sarà anche vero che l'apprendimento del kung fu può risultare meno realistico rispetto all'originale, in cui Daniel LaRusso padroneggiava già calci e pugni, ma sia gli allenamenti che i combattimenti veri e propri non hanno quel retrogusto amato del finto cinematografico. Può far storcere il naso la sostituzione (per niente forzata, ma tranquillamente normale) di Ralph Macchio con un promettente e decisamente più adattato a calamitare simpatie Jaden Smith. Certo, è tutto creato ad hoc, per strizzare l'occhio ad un vasto pubblico di pre adolescenti e di famiglie, ma il bimbo è stato davvero capace, in più di un'occasione comprese le scene atletiche, che non sono da sottovalutare in una pellicola del genere. Poi la parte del maestro Myagi è stata data ad un certo Jackie Chan e posso mettere la mano sul fuoco che soprattutto lui è enormemente più azzeccato. Non sarà il simpatico vecchietto (alle volte stucchevole a dire il vero) giapponese che abbiamo imparato ad amare, ma basta una scena di combattimento acrobatico per non farci rimpiangere i movimenti arrangiati di Pat Morita. Anche il metti la cera togli la cera, è scomparso cedendo il posto ad un mantra meno carismatico: metti il giacchetto togli il giacchetto. Ok, non sarà il massimo, ma considero gran parte delle pellicola un omaggio per niente irriverente a quella di Avildsen. La storia è più, lunga, più complessa, più articolata, c'è spazio per alcuni momenti divertenti, altri romantici ed altri ancora drammatici. Il peso della trama però non è sorretto solo dal più maturo Jackie Chan (anche se la sua parte è cruciale), ma anche dal figlio d'arte Jaden Smith, che vuoi per raccomandazioni o per bravura, riesce a presenziare in ogni scena fondamentale della pellicola. I miei allenamenti da ninja fanno sì che promuova questo Karate Kid a pieni voti.