Il tema mi e' caro, perche' come vi ho gia' detto, la mia riserva di uova e' estremamente bassa, e se la prossima FIVET non funziona, probabilmente passeremo alle uova di donatrice. E come funzioni questa cosa e' uno degli argomenti di cui mi riprometto di parlarvi presto (anche se Gianna Nannini ha gia' detto tutto con la sua splendida storia personale).
Ma il tema mi e' caro anche perche' pure il Dear Husband non e' messo benissimo in quanto fertilita'. A dire il vero, 'non e' messo benissimo' e' un eufemismo, perche' essendo Dear Husband affetto da una sindrome dal teutonico e inquietante nome di Klinefelter, non ha praticamente traccia di seme utilizzabile. Per cui ora stiamo ricorrendo al seme di donatore. Del quale vi raccontero' presto.
Insomma, tutto questo panegirico per dirvi che la fecondazione eterologa e' un tema che mi sta a cuore, mi tocca persoanlmente, e del quale credo si parli troppo poco in Italia. Talmente poco che, in occasione di quel fatidico referendum sulla Legge 40, la gente si e' fatta influenzare e irretire da ogni dove. Votando senza sapere, senza pensare, senza sentire.
E infatti ora in Italia ci ritroviamo una legge miope e bigotta, e un premier che dice che "E' meglio guardare una bella ragazza che essere omosessuali". Mentre negli Stati Uniti ormai perfino Hollywood ne parla, e non con un film tragico e pesante, ma con una commedia leggera, brillante e profonda, come "The kids are all right".
Un film dal titolo molto simile a quello "Stanno tutti bene" di Giuseppe Tornatore, in cui Mastroianni recita la parte di un vecchio padre che non sa vedere oltre i propri occhiali a fondo di bottiglia. Un padre che non ha mai saputo vedere nell'animo dei propri figli, i quali, quando lui decide di andare a trovarli dispersi per tutta Italia, gli mettono in scena una grande menzogna, per fargli credere che stiano tutti bene. Ma sotto la maschera dell'apparenza, the kids are NOT all right. E neanche in "In the kids are all right", la famiglia dei nostri eroi proprio bene non sta.
Ripeto: non si tratta di un film oscuro e a basso budget, ma di un film prodotto da Hollywood, con niente meno che Julianne Moore: quella gran donna che nel film Il Grande Lebowski appare nella parte della giovane artista che si diletta a dipingere enormi tele spruzzando vernice appesa - nuda - ad una carrucola che la fa letteralmente volare sopra la tela; e quella stessa sensualissima Julianne Moore che nel film Short Cuts discute bellamente con il marito mentre stira nuda dalla cintola in giu', come se nulla fosse.
E poi c'e' la splendida Annette Bening, che all'alba dei 50 anni suonati irradia ancora bellezza e stile, e che non a caso troviamo in American Beauty (nonche' "La diva Giulia", che e' sempre di buon auspicio per me ;-)).
E poi, ultimo ma non da meno (anche se non esattamente il mio tipo), Mark Ruffalo, del quale non ricordo la filmografia, ma del quale credo avrete memoria, data la sua impeccabile figura da manzo latino.
Insomma, un bel cast promettente. Ma anche una bella storia: in California, una coppia di lesbiche over 40 (la Julianne e la Annette) ha una talentuosa e diligente figlia diciottenne e un irrequieto figlio quindicenne, nati da fecondazione eterologa con donatore di seme. Quando la figlia compie diciott'anni, il fratello la convince a richiedere nome e indirizzo del donatore di seme. Comincia cosi una serie di incontri tra i due e il donatore, durante i quali il figlio quindicenne giunge alla conclusione che il donatore e' uno sfigato da lasciar perdere, mentre la figlia si lascia irretire dal fascino maudit del donatore (che non a caso e' un manzo latino dotato di Harley Davidson e circondato da ventenni vogliose) e trova conforto in questo modello maschile, visto che il suo, di ragazzo/amico, non sembra emanare una molecola di ferormone maschile neanche a a spremerlo). Insomma, quello che doveva essere solo un breve incontro, giusto per 'vedere che persona possa essere il donatore', si trasforma in una strana relazione che finisce per coinvolgere anche
le due madri, il cui mondo fatto di carriera frenetica (Annette) e di routine da desperate housewife insoddisfatta (Julianne) viene sconvolto al di la' del previsto.
Ora, non che le due donne se la spassassero proprio malissimo prima di incontrare il manzo latino - memorabile la scena che riassume con ironia e originalita' la loro attiva sessualita', che le vede a letto la sera mentre si sparano un bel pornazzo rappresentante nientepopodimeno che una serie di giovani manzi latini in festa, mentre una l'una brandisce un vibratore di fronte all'altra, in un'intimita' ridacchiante rotta solo quando premono il tasto massimo volume, per sbaglio, con i figli che dormono nella stanza a fianco. ooopsss!
Non se la spassavano male prima, ma quando entra in scena il donatore, ecco che le loro latenti frustrazioni di tutti i giorni gli si riversano addosso, con la Annette che mette in scena un bel teatrino da mamma del Mulino Bianco, e la Julianne che passa al dunque e se lo porta a letto.
Ed e' quando Annette scopre il fattaccio, che diventa evidente che il film in realta' non e' incentrato affatto sui 'Ragazzi', ma sulle due donne e su come anche loro, come i loro figli, siano vittime vulnerabili della promessa che il donatore possa dare loro una nuova vita, un cambiamento, una rivalsa. E di come questa si riveli un'illusione, perche' il donatore, come gia' aveva capito il figlio, altro non e' che uno sfigato da lasciar perdere, mentre la la nostra famiglia di eroi trionfa su tutto.
Insomma, io non lo so come lo prendera', la nostra eventuale prole, questo fatto dell'esistenza di un donatore (e forse anche di una donatrice). Pare che i figli, se si sentono amati, non diano troppa importanza al fatto di non essere geneticamente legati ai propri genitori. Certo, magari quando passano la cossiddetta 'eta' della stupidera', cioe' l'adoloscenza, qualche scemenza la penseranno e ce la sbatteranno pure in faccia. Ma quale adolescente non ci passa?
Alla fine, io credo proprio che i ragazzi staranno bene - con noi.
Al di la di questo, ad una cosa questo film mi ha fatto pensare: chiunque a questo mondo e' suscettibile al pensiero del 'E se...' - e se avessi preso un'altra strada nella mia vita? e se nella mia vita avessi dato spazio ad altre persone, ad altri progetti, ad altri luoghi? e se dessi un taglio alla mia vita, cosi, ora?
E' inevitabile pensarci. Ma se una relazione e' forte, ed e' stata nutrita di amore, anche questo passa. E si diventa piu' forti, e i manzi latini li si richiudono dentro ad un pornazzo, o gli si sbatte la porta in faccia, come fanno i due figli, alla fine.
E via, si ritorna la, dove le maschere non servono.