The Kippers – Explore Your Paper World

Da Thefreak @TheFreak_ITA

Immaginate di trovarvi in California, in viaggio su una vecchia Cadillac eldorado decappottabile. E’ estate piena, afosissima, i raggi del sole squarciano il vostro percorso obbligandovi a raggiungere una meta il più velocemente possibile. Il piede destro sull’acceleratore spinge al massimo. Il sangue, fluidificato dal sole, scorre sciolto nelle vene, attraversa le membra, disfa i grumi. Volano via i pensieri, resta solo l’esigenza di raggiungere la spiaggia più vicina, la libertà più vicina. Ecco, in momenti del genere deve per forza partire qualcosa di autentico e spensierato dallo stereo. Qualcosa di fresco e orecchiabile, un disco come ‘Paper World’, per esempio.

I ritmi sostenuti, le atmosfere calde e suadenti, una voce omogenea e vibrante accompagnano il nostro viaggio alla scoperta dei ‘The Kippers’. Il quartetto di Treviso formato da Alessandro Cacco (guitar), Alessio Rapposelli (singer/guitar), Matteo Colombo (drums) e Matteo Sovilla (bass) esce con il primo disco PAPER WORLD, ancora in un certo senso “acerbo” ma nutrito di un giovane e interessante indie-rock.

La opening-track lascia già intravvedere quali sono i punti di riferimento musicali. Si sentono gli echi ritmati e la cadenza addolcita dei Coldplay, un modo di far musica tutt’altro che italiano. La principale caratteristica dei ‘The Kippers’ è quella di ricercare in ogni brano linguaggi sonori che appartengono tanto al rock classico quanto a quello contemporaneo. Non a caso si sente l’influenza delle sonorità sempre innovative e mai sottotono dei The Cooks . Influenze mitigate però solo da piccoli riferimenti che si scorgono appena, poiché il gruppo ha le idee molto chiare, lo stampo è già formato e, malgrado sia solo il primo album di inediti, il contenuto musicale è ben definito. Sono canzoni mai tediose, marchiate da una sorta di romanticismo passionale.

Partendo dal singolo ‘The Writer’, si intuisce quali direzioni i The Kippers intendono intraprendere; l’assolo di chitarra nella prima metà del pezzo si evolve scandito dalla batteria e accompagna uno swing che annuncia il tema del brano. Punteggiature, passaggi di basso e chitarre seguono il pezzo ed accompagnano l’ascoltatore al ritorno del tema iniziale. Si percepisce, in questo brano, il carattere musicalmente evolutivo e la loro dedizione alla ricerca di sonorità ed atmosfere fresche e piacevolmente surreali.

Il sound tipicamente British si manifesta con la chitarra elettrica a fare da controcanto a una parte cantata; mentre la delicatezza e la semplicità del gruppo è avvertibile dai testi.

La sequenza carica di adrenalina delle tracce proposte si spezza solo di tanto in tanto con melodie più rilassate ed orientaleggianti, come nel caso del brano ‘A sonnet’.

Per saperne di più abbiamo chiesto delucidazioni in merito ai diretti interessati.

Come nasce la vostra musica? E da dove viene il nome ‘The Kippers’?

La nostra musica fa i suoi primi passi nel 2010, quando il cantante Alessio Rapposelli e il batterista Matteo Colombo si trovano a strimpellare alcune canzoni nel piccolo garage di quest’ultimo, per l’immensa gioia dei vicini. Originariamente ci chiamavamo DreamsLab , ma al gruppo mancava qualcosa, o meglio, qualcuno. L’arrivo di Matteo Sovilla , il bassista, e di Alessandro Cacco, il chitarrista, ci ha completati. Ma serviva un nuovo nome , e così , tenendo conto della nostra indole piuttosto “tranquilla” e “spensierata”, abbiamo pensato che non potesse esserci niente di meglio dell’idea di un “sonnellino” per rappresentarci. “Sonnellino” in inglese può essere tradotto con “kip” , ma “The Kips” non ci convinceva. Tuttavia, è proprio da “kip” che è arrivata l’illuminazione: Perché non “The Kippers”? Suonava bene, anche se il significato cambiava notevolmente. The kipper, infatti, è l’aringa affumicata. Premesso che nessuno di noi fosse un patito per il pesce, il nome era figo, vivace e originale: ci piaceva. E sotto un certo punto di vista l’idea del mare, di qualcosa di grande e sconfinato, unita a quella di queste piccole aringhe che in un certo senso intraprendono insieme un lungo viaggio , rispecchiava un po’ il nostro credo. E quindi eccoci qui, i“The Kippers”.

Il vostro album d’esordio ‘Paper World’ è veramente ben costruito, uno splendido connubio tra potenza e riflessione. Il singolo ‘The writer’, mi ha piacevolmente colpita. Vorrei sapere qualcosa su questo lavoro e, in particolare, su quella canzone.

Abbiamo registrato l’album quest’estate , grazie al prezioso aiuto del nostro produttore e amico Riccardo Damian. Il lavoro è stato intenso, ma ne è valsa la pena e siamo molto contenti del risultato. “Paper World” nasce come l’idea di un mondo nuovo, alternativo, creativo, nascosto e soprattutto libero da ogni convenzione. Si tratta di un’altra dimensione che si viene a creare dentro di noi , nella quale siamo noi stessi a stabilire le regole. Anzi, dove le regole non esistono, e nessun muro divide i nostri pensieri da quelli degli altri. In questo luogo di evasione dalla realtà non potevano mancare i riferimenti alle donne, senza le quali ogni lavoro risulterebbe povero e senza vita. Infatti, come suggerisce il titolo, “Paper World” è un mondo di carta. E la carta è il mezzo attraverso cui lo scrittore o il disegnatore viaggia nella sua mente per trovare le parole, le linee, le curve e i colori perfetti per le sue opere. E molto spesso, l’ispirazione delle sue opere è data da una donna, che noi abbiamo chiamato J. J. però può essere vista in diversi modi, e in “Just a few questions for J.” per esempio, la sfumatura è quasi “religiosa”, ultraterrena. Ma rispetto a questa questione non aggiungiamo altro, e lasciamo a voi le domande sull’identità di J. Per quanto riguarda “The Writer”possiamo dirti che è un pezzo molto particolare, nato a Londra da un’idea del nostro cantante. Luoghi e persone di quella fantastica città, e in particolare del quartiere di Camden Town, lo hanno portato a scrivere questa canzone che in qualche modo era un’espressione di ciò che Londra gli aveva comunicato e sussurrato camminando per le sue strade. Una volta tornato in Italia, la reazione di noi Kippers era di puro entusiasmo, e l’idea di Alessio ha finalmente preso forma completa quando tutti ci siamo messi a suonare. Il giro di basso era da paura, l’assolo di chitarra spaccava e la batteria filava a meraviglia. Il testo scritto da Matteo Colombo si adattava benissimo alla melodia, in perfetta sintonia con Alessio. Dopo qualche aggiustamento di metrica, la canzone era pronta. “Dapper” e “A sonnet” invece si discostano un po’ dalla linea generale dell’album. “Dapper” è quasi una “ballata”, una canzone totalmente ritmica che esprime svago, gioco, festa e spensieratezza: perfetta da cantare in spiaggia, davanti ad un fuoco e qualche birra, per godersi una notte stellata insieme ai propri amici. “A sonnet” invece è la bonus track del disco. Crea un’atmosfera particolarmente intima ed è dedicata ad una persona molto cara al nostro cantante Alessio.

Conosciamo bene la difficoltà a emergere entro il panorama musicale italiano. Secondo voi, che ruolo giocano internet e i social network nella promozione musicale?

Hai detto bene. Il mondo della musica in Italia è molto preimpostato, basato su generi musicali abbastanza fissi, e poco si presta a trovare nuovi talenti e promuovere le band emergenti. A fine dicembre siamo stati a Londra, e abbiamo fatto un “tour” di case discografiche, lasciandovi il nostro cd. Diciamo che Londra, l’Inghilterra in generale, ci rispecchia di più ed è un mondo dove potremmo emergere con più facilità. Soprattutto perché cantiamo in inglese e il nostro genere musicale viene tenuto più in considerazione nei paesi anglosassoni. La promozione musicale al giorno d’oggi è tutto: apparenza, forma, grafica, stile, pubblicità. Queste sono le parole chiave per il successo. E al tutto bisogna aggiungerci un pizzico di fortuna. E il mezzo più immediato ed efficace per diffondere la propria musica è senza dubbio quello di internet e dei social network, che padroneggiano ormai incontrastati nella nostra società. La nostra fan page di Facebook è sempre aggiornata, e cerchiamo di mantenere un rapporto costante con il nostro pubblico. Poi siamo anche su Twitter e Myspace, e abbiamo una official page su YouTube.

Qualora vi fosse, qual è il modello musicale a cui vi ispirate maggiormente?

Siamo molto influenzati dal British Pop Rock, e le band a cui ci ispiriamo maggiormente sono i Coldplay e i The Kooks.

Quale sarà il prossimo passo nella vostra carriera? State registrando o scrivendo qualcosa?

Attualmente abbiamo in programma qualche live che servirà a promuovere il cd. Poi c’è l’idea (ancora in fase di elaborazione) di fare una sorta di Tour per locali e suonare in città come Venezia, Padova, Milano, Roma e perché no, anche Londra. In questo modo potremo farci conoscere anche fuori Treviso, la nostra città. Abbiamo cominciato anche a lavorare a qualche pezzo nuovo. Le aspettative e le cose da fare sono molte, ora bisogna mettersi a lavorare!

Decisamente un bel disco d’esordio questo dei giovani ‘The Kippers’ che stupisce particolarmente con gli assoli fantasiosi e grazie alla capacità di far viaggiare il proprio pubblico di ascoltatori su onde inesplorate di pace, dimostrando una sensibilità musicale non certo comune! A loro, con sincera ammirazione, auguriamo di proseguire su questa strada, certi che in un futuro prossimo, magari all’estero, i riconoscimenti non tarderanno ad arrivare.

Intervista a cura di Cristina Comparato

Tag:cristina comparato, indie rock, intervista, music, musica, paperworld, the freak, the kippers


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