Il problema è che , anche se creduti morti , i due tornano alla base e sembra non abbiano intenzioni tanto amichevoli....
Ero molto curioso riguardo all'esordio nel lungometraggio del giovane irlandese Ruairi Robinson , uno che aveva mostrato il suo grande talento in corti come The Silent city, sette minuti di angoscia pura e Blinky TM, 13 minuti di fantascienza distopica premiati al Vimeo Awards ( di cui abbiamo parlato qui ).
The last days on Mars è una coproduzione angloirlandese con un budget piuttosto consistente per gli standard europei ( circa 10 milioni di euro, comunque si è abbastanza lontani dalle produzioni hollywoodiane) che testimonia ancora una volta la vivacità della cinematografia di genere europea con l'Irish Board ( l'ente cinematografico di Stato irlandese ) che ancora una volta è in prima fila a finanziare progetti di genere un po' particolare.
E scatta sempre la solita domanda : perchè loro si e noi no?
E noi teoricamente abbiamo molti più mezzi di loro.
Qui siamo dalle parti della sci fi con forte contaminazioni horror.
Anzi diciamo che è un horror girato come se fosse un film di sci fi.
Presentato alla platea forse sbagliata ( è stato visto per la prima volta al Festival di Cannes dove è passato nell'indifferenza generale, del resto non è un film da festival) l'esordio nel lungometraggio di Ruairi Robinson si mostra come un solido intrattenimento di genere fantascientifico , senza troppi voli pindarici e che non nasconde i suoi legami col passato.
Non si respira aria di novità ma è come un piacevole ripasso di atmosfere già esplorate da altri ( vedi Moon, lo svizzero Cargo, Pandorum ma passando un po' per tutti i film che parlano del Pianeta Rosso o di stazioni spaziali si arriva al capostipite di tutto, l'inarrivato e inarrivabile Alien).
The last days on Mars svela quasi subito la sua natura orrorifica immersa in un ambientazione sci fi ( natura che non svelo per non spoilerare , ma non bisogna attendere molto per entrare nel "vivo" ) ma si inserisce in un campo piuttosto inflazionato e senza creare troppa suspense.
Procede tutto abbastanza linearmente senza grosse sorprese e questo è forse il limite più evidente di questo film.
E Alien resta una chimera irraggiungibile che riecheggia ad ogni angolo della stazione spaziale.
Solidissimo il cast con protagonista incontrastato un marmoreo Liev Schreiber accanto a cui ci sono tanti volti ben noti al grosso pubblico come Elias Koteas o Olivia Williams.
Una visione comunque gradevole , senza grosse pretese e confezionata con cura pur in assenza di effetti speciali roboanti.
Spesso basta e anche avanza.
( VOTO : 6,5 / 10 )