The Last Will and Testament of Rosalind Leigh

Creato il 18 settembre 2013 da Bangorn @MarcoBangoSiena

Stavo cercando un film per la pausa pranzo di sabato. Avevo voglia di qualcosa di classe, poco chiassoso, fatto in modo sperimentale senza scadere nel lisergico (molto spesso è una scusa per giustificare una produzione caotica e senza vere idee). E viene in mio soccorso, come se mi avesse letto il pensiero, l’amico Matt, che in pvt su Facebook mi consiglia questo film, curioso di sapere il mio parere. Beh, lo saprete presto.

Trama

Leon eredita la vecchia casa della madre, con cui ha avuto un rapporto burrascoso e con cui non si sentiva da anni. Leon, si reca nella casa, e trova che tutti le opere che aveva venduto, venivano acquistate dalla madre, che ha letteralmente stipato le stanze delle cose del figlio. Nella casa ritrova inoltre altari e icone dedicate al Culto degli Angeli, inquietante setta che la donna seguiva ciecamente. Leon cercherà di riordinare la casa e ricostruire gli ultimi anni di sua madre. Ma qualcosa si avvicina alla dimora…

Leon

Considerazioni

Fatto con un budget ridotto, questo film coinvolge pochissimi attori, ma grazie alla storia non se ne sente la necessità. Per tutta la sua durata, vediamo quasi sempre il protagonista, mentre gli altri sono voci al telefono, alla porta (senza che vengano inquadrati) o, nel caso della madre, voce fuori campo che parla. La donna, interpretata da Vanessa Redgrave, parla continuamente al figlio, che ovviamente non la può sentire.
La tensione, quasi soffocante e claustrofobica, non ci lascia per un momento, grazie alle atmosfere cupe che il regista, il semi-sconosciuto Rodrigo Gudiño cura molto efficacemente. Non è un film insomma che fa chiasso, che gioca su spaventi meccanici ne su allarmanti inseguimenti lungo corridoi con macchine da presa traballanti. Al contrario, spesso la scena è volutamente lenta e ci si sofferma sui particolari.

Il regista

La cosa che è palese, è che non è un film per tutti, soprattutto per quelli a cui va spiegato tutto per filo e per segno o cercano finali consolatori. C’è una doppia e sottile metafora dietro le vicende di questa storia. A voi comprenderle.


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