Decidono di sperimentarlo su Rocky, un cane appena morto e il siero lo riporta in vita.
Tutto bene quindi?
Ecco bene ma non benissimo. Il siero non è metabolizzato dal cervello di Rocky e rimane nel suo cervello ad aumentarne incredibilmente l'attività elettrica, il cane perde progressivamente l'appetito e manifesta episodi di aggressività incontrollata.
La preside della facoltà li solleva dai loro esperimenti vista la piega che hanno preso ( ma in realtà quel siero fa gola a molti) e loro tentano di testare ancora una volta il siero in una sortita notturna al loro laboratorio prima che venga smantellato definitivamente..
Una scarica elettrica però uccide Zoe durante l'esperimento e Frank decide di testare il siero su di lei....
Dall'alba dei tempi, da quando esiste, l'uomo ha sempre cercato di sfuggire al suo destino di essere mortale: un tema che si è portato dietro in filosofia , in letteratura e al cinema.
Oltre che di immortalità parliamo della volontà spasmodica di conoscere cosa c'è dietro quella linea che separa la morte dalla vita e se quella linea è possibile valicarla in qualche modo nel senso contrario a quello normale.
Ed è questo il tema portante di The Lazarus effect , regia firmata dal carneade David Gelb, al suo attivo corti e documentari in video, sceneggiatura firmata da Luke Dawson e Jeremy Slater , anche loro non precisamente degli scrittori affermati.
Il tutto sotto l'egida della Blumhouse productions del puzzone Jason Blum che con un budget di poco più di tre milioni riesce a confezionare questo horror da rilasciare nella sale cinematografiche americane dove ha incassato qualcosa come 25 milioni.
The Lazarus effect punta molto sul cast : gente come Mark Duplass, Olivia Wilde ma anche l'emergente Sarah Bolger sono lussi che molti film horror non si possono permettere.
Inoltre la prima parte, quella inerente l'esperimento sul cane, è vivace, con una suspense maneggiata con discreto senso dello spettacolo e ha un approccio scientifico sufficientemente credibile e circostanziato.
E sicuramente i protagonisti non sono i soliti bimbominkia che di solito affliggono questo tipo di produzioni, carne da macello involontaria da sacrificare al primo mostro che passa.
Un altro punto a favore è la confezione che lo fa apparire molto più costoso di quello che è e questo è dovuto anche ad un suo piuttosto parsimonioso degli effetti speciali.
Almeno nella prima parte.
Si scivola nello stereotipo e nella caciara dell'effettaccio facile , non c'è più approccio scientifico che tenga e anche quel barlume di intelligenza che si riscontrava in dialoghi non sempre banali, viene spento definitivamente , immolato all'altare dello spavento preconfezionato ad esclusivo uso e consumo del teenager brufoloso che affolla le sale cinematografiche americane.
Un vero peccato perché le possibilità di creare qualcosa di nuovo e di stuzzicante c'erano tutte, per una volta c'erano buoni attori e non guitti di quarto ordine e soprattutto personaggi che perlomeno avevano una sufficiente caratterizzazione.
Meno male che l'agonia dura poco perché in meno di 80 minuti finisce tutto.
Finale apertissimo, anche di più , a un possibile seguito.
PERCHE' SI : attori sopra la media del genere, qualche dialogo non banale, personaggi sufficientemente caratterizzati, una prima parte che ha un approccio scientifico credibile e circostanziato.
PERCHE' NO : seconda parte che scivola nel ridicolo involontario, spaventi preconfezionati, nella seconda parte sparisce tutto quello che di buono c'era nella prima.
LA SEQUENZA : la lotta tra Frank e Zoe.
DA QUESTO FILM HO CAPITO CHE :
E' sempre un piacere rispolverare vecchie tematiche horror come queste.
Olivia Wlde e Sarah Bolger sono due grandi bellezze.
Non le vedo però adattissime al genere.
Devo andare a ritrovare la Vhs di Linea Mortale e Pet Semetary e fare un ripassino.
( VOTO : 5 / 10 )