Horror che si domanda quanto sia etico sostituirsi a Dio e cambiare il corso della morte, The Lazarus Effect è un condensato di temi cari al genere (morte, fede, incubi e tecnologia), ma non riesce a trovare la corretta chiave di volta per convincere e coinvolgere.
In un’università californiana il dottor Frank Walton è a capo di un progetto di ricerca denominato Lazarus. Lo affiancano la fidanzata Zoe e i giovani assistenti Clay e Niko. Lo scopo dell’esperimento è quello di migliorare l’attività celebrale durante lo stato di coma. Tuttavia pare che gli studi abbiano portato a risultati sconvolgenti: riportano in vita i defunti.
Non ci si aspettava un film che rivoluzionasse il genere, ma nemmeno un film che non riuscisse a mantenere la tensione in modo accettabile e sommasse in modo incontrollato argomenti dalla dubbia connivenza. C’è la fede, l’inferno, il satanismo, l’etica, la tecnologia avanzata e gli studi sull’utilizzo del cervello da parte di un umano. Troppa carne al fuoco che trova, a spizzichi e bocconi, spazio nella vicenda, che esibisce claustrofobia da laboratorio, qualche improvviso blackout e spaventi “telefonati”.
The Lazarus Effect è un prodotto deludente, che non allunga eccessivamente il brodo (il film dura poco più di 70 minuti) e per questo motivo si riesce a seguire senza troppi patemi d’animo. Nonostante questo e nonostante l’interpretazione affascinante e intensa di Olivia Wilde, la pellicola diretta da David Gelb non restituisce allo spettatore uno sguardo nuovo sul genere horror, pescando a piene mani da un calderone satanista. L’unica vera differenza è l’approccio (modernista e scientifico), che rifiuta i canonici demoni (interiori o infestanti), che normalmente caratterizzano pellicole di questa tipologia.
Uscita al cinema: 21 maggio 2015
Voto: **
Ponendosi delle domande che stanno alla base della ricerca scientifica e dell’umana morale (è giusto sostituirsi a Dio e “risvegliare” una persona amata?), The Lazarus Effect sa darsi le giuste risposte, ma in modo frenetico e raffazzonato. Una pellicola anonima e inutile, che lascia molto amaro in bocca e una sensazione di aver visto un prodotto di basso impatto estetico e filmico.