– Uh, scusi. Credo di non aver afferrato il passaggio. –
Paul Starling era padre e padrone di quell’azienda, dopo averla rilevata e averle dato un nuovo nome, aveva fatto in modo di crearsi un proprio entourage di fidatissimi collaboratori, dei quali Raphaelle Delacroix era solo l’ultimo acquisto.
L’uomo che aveva privatizzato la fornitura di armi legalizzata era esile e slanciato, lo sguardo attento ai dettagli sembrava abbastanza intelligente da capire quando gli veniva detta una menzogna, ma nulla era paragonabile alla sua voce. Calda e tagliente, sapeva come mettere a proprio agio un interlocutore, come farlo tremare di terrore.
In quella stanza sembrava come essere allo stesso tavolo con un semidio, nessuno lo contrariava o sembrava poter competere con lui, persino Delacroix rimaneva ad ascoltarlo come un’ebete.
– Come intende arginare i problemi riscontrati con la consolle agli armamenti? –
CJ lo guardò per un lungo istante, in quel momento pensava a quante possibilità avesse una corvetta come la Magpie contro gli incrociatori titan, quanto potesse reggere il propulsore alla massima spinta e se persone come Liver Bellows sarebbero state disposte a proseguire in quell’impresa folle.
– Uh, si possono risolvere. –
– Sembra che sia un problema banale per lei. –
– Non lo è affatto. In effetti per rendere efficiente quella consolle dovremmo riprogettarne almeno una buona parte. – confessò CJ con un sorriso accennato – Abbiamo già provveduto ad aggiornare il software, con un po’ di fortuna avremo dati migliori per il prossimo trimestre. –
– Dovreste velocizzarne lo sviluppo, non mi serve una plancia in queste condizioni. – fece notare secco. Sparse i fogli sul tavolo fino a trovare lo schema del ponte di comando, agitandolo nell’aria.
Rory intervenne con aria scettica – Stiamo costruendo una nave unica nel suo genere, non credo che i veri problemi siano le armi. Del resto non ci sarà nulla di comparabile, sul mercato. Nessuno potrebbe competere con la Kestrel per propulsione e abitabilità, figuriamoci cercare di colpirla! –
Starling sbuffò, arricciò il naso e fece un altro tic che CJ gli aveva visto fare per scacciare la rabbia e che solo all’occhio allenato di chi aveva lavorato nei bordelli di Diamond poteva dire qualcosa – Dottor Rory le devo ricordare cos’è la LoneStar? Dannazione, siamo produttori di armi! –
– Non… –
– Cosa pensa che crederanno i nostri investitori? – gridò Starling, sovrastando Rory – Che la dannata fabbrica di missili si è rammollita a tal punto da non inserire una maledetta consolle per le armi! La mia azienda ammazza le persone per guadagno, dottore! Se non posso mettere delle armi su un’astronave posso pure mandare al diavolo voi colletti bianchi, siete solo una maledetta spesa! –
Rory era pallido, la sua risposta si era persa nelle grida dell’altro, ma nessuno al tavolo si era mosso, stavano tutti aspettando che la sfuriata finisse, sperando di non essere tirati in ballo nel frattempo.
– Si calmi, Starling. – lo esortò CJ con voce distratta. Aveva visto e rivisto le consolle integrate delle navi del sogno, le conosceva a memoria come conosceva il wyrmese ed era sicuro di poter zittire il padrone della LoneStar a piacimento.
– Jennings… –
– Le consolle delle armi non vanno perché avete sbagliato le calibrazioni sullo scafo. Allo stato attuale il software di puntamento non arriverà mai a compensare le lacune strutturali! Per ridisegnare le sue dannate consolle e renderle operative dovremmo staccare il muso della Kestrel e riprogettarlo. –
– Ha qualche dato per avvallare ciò che sta dicendo? – Starling sembrava sul punto di esplodere, ma attese la risposta serrando i pugni con tanta forza da farsi male.
Metà dello staff della stazione aveva tirato un sospiro di sollievo, vedere qualcuno che si lanciava in accuse senza fornire dati e ragionevoli teorie significava sempre scamparla e tra tutti Ian Waters era stato il primo a sfoderare un sorriso beffardo.
– Vuole dei dati. – ridacchiò CJ – Le armi che sta usando sono delle armi progettate sulla Terra per scopi completamente diversi! Immagini di usare una dannata pistola nell’orbita bassa e si chieda se quel proiettile può sfuggire all’attrazione gravitazionale della Terra. –
Starling scosse il capo senza capire – Sta dicend… –
– Ora s’immagini che quel proiettile sia in grado di viaggiare quanto uno dei nostri attuali reattori, diciamo a cinque chilometri al secondo, come crede di riuscire a contenere l’eventuale rinculo di un’arma simile? –
L’intero tavolo aveva cominciato a borbottare qualcosa che CJ interpretò come dubbio. Un turbine di dissenso e incertezza aveva colto impreparato Starling, la cui rabbia sembrava essersi sciolta come neve al sole. Solo Waters aveva ancora l’aria soddisfatta e il sorriso stampato sul volto, come a rimarcare l’idiozia di CJ.
– Forse il signor Jennings cercava di far luce sui problemi di adattabilità delle attuali armi. – s’intromise Delacroix.
CJ notò che la donna aveva uno sguardo preoccupato e che non smetteva di fissarlo, come per assicurarsi che andasse tutto bene, ma nessuno sembrava aver notato quella premura nei confronti di CJ, tanto che Starling si costrinse a sedersi, voltando la sedia verso la donna che lui stesso aveva messo in carica a Comet Station – Come sarebbe a dire? Perché lo sappiamo solamente adesso? –
– Adesso è possibile fare i test. Non avevamo ancora terminato di scrivere il software delle consolle, prima di qualche giorno fa. – ammise Avraham, mostrando un palmare con l’interfaccia della consolle – Questa è la prima versione della consolle agli armamenti, risale a più di tre mesi fa e non c’era neanche un sistema di puntamento. –
– Quindi sono venuto qui per vedere qualcosa che non funziona ancora? –
– Le altre consolle… –
– Le altre consolle potevano essere copiate dalle altre navi! Cosa c’è di diverso dalla nave che mi ha portato qui? Sono navi spaziali, ormai tutti possono costruirne una e noi non abbiamo nulla! –
CJ sorrise ancora, lanciò uno sguardo ai suoi colleghi della Atlantis, ancora tremanti per la sorte della commessa affidata loro e scossi per la reazione di CJ.
– Signor Starling se davvero tutti sono in grado di costruire navi spaziali, perché ha accantonato Waters e ci ha fatti venire fino a Comet Station? –
– Lei… –
– Mi faccia finire! – lo interruppe CJ – La verità, signor Starling, è che nessuno ha mai costruito una nave come la Kestrel, nessuno è in grado di dire cosa rappresenta una nave come questa per l’umanità e lei si preoccupa ancora di vendere armi! La sua arma sarà poter viaggiare in tutto il sistema solare e nessun missile, per quanto distruttivo, potrà annientare i suoi competitor quanto la Kestrel. –
Ogni sogno ha il suo incubo peggiore!