Magazine Cinema

The Leftovers, la colonna sonora retrò del nuovo cult televisivo

Creato il 11 settembre 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Il giudizio di Marco Goi

Summary:

The Leftovers è stata una delle serie, o forse sarebbe meglio dire La Serie, dell’estate, sia negli USA dove è passata su HBO, sia in Italia dove è arrivata in quasi contemporanea con l’America grazie a Sky Atlantic. Giunti al termine della prima molto curiosa stagione vi possiamo rivelare un paio di cose. Se ancora non avete finito di vederla, tranquilli. Non abbiamo intenzione di spoilerarvi niente riguardo ai numerosi misteri legati alla serie creata dallo scrittore Tom Perrotta, che si è ispirato al suo romanzo Svaniti nel nulla, e da Damon Lindelof, uno dei paparini di Lost, un cult con cui The Leftovers ha vari punti in comune. La prima rivelazione che dobbiamo farvi è che si tratta di un prodotto magnetico, che conquista episodio dopo episodio grazie alla sua imprevedibilità, grazie a una serie di personaggi e di misteri che nulla hanno da invidiare a quelli del citato Lost, e grazie a delle atmosfere desolate ma non deprimenti. A queste contribuiscono le musiche e qui arriviamo alla seconda rivelazione. The Leftovers vanta una delle migliori colonne sonore dell’anno, almeno in ambito televisivo.

A comporre le musiche originali che accompagnano l’epica sigla e le scene della serie è stato Max Richter. Il suo è un nome che non suonerà nuovo agli appassionati di soundtrack cinematografiche. Il compositore e musicista britannico è infatti l’autore del premiatissimo score musicale della pellicola d’animazione Valzer con Bashir, con cui ha vinto un European Film Award per la miglior colonna sonora. Tra i suoi altri lavori per il cinema segnaliamo poi quelli per Womb, La chiave di Sara, Perfect Sense, La bicicletta verde, Disconnect e per The Congress, con cui ha ripreso la collaborazione con Ari Folman, già regista di quel Valzer con Bashir che aveva rivelato al mondo il suo talento compositivo. Il percorso artistico di Max Richter è dunque segnato dal confronto con varie realtà cinematografiche mondiali, da Israele alla Francia, dagli USA al Regno Unito, e ora è arrivata per lui una nuova sfida, quella della realizzazione delle musiche per una serie televisiva a stelle e strisce come The Leftovers.

The Leftovers

Una sfida superata alla grande da Richter, che per l’occasione ha realizzato il suo lavoro più memorabile dai tempi di Valzer con Bashir. Le musiche di The Leftovers costruiscono atmosfere molto rarefatte, quasi impalpabili, perfette quindi per una serie che parla di persone sparite improvvisamente nel nulla. Per quanto sfuggenti, i brani per lo più pianistici e ambient di Richter riescono a imporre la loro presenza, fino a diventare un elemento fondamentale del fascino emanato da questa serie. Un fascino simile sia per le tematiche trattate che per la componente musicale a quello della splendida serie tv francese Les Revenants, che vantava uno score originale composto dalla band post-rock scozzese Mogwai.

Al di là del notevole lavoro di Max Richter, la colonna sonora di The Leftovers si segnala inoltre per la presenza di una serie di canzoni utilizzate come accompagnamento alle scene, suonate per lo più direttamente dai personaggi sull’autoradio, nelle cuffiette dell’iPod o in qualche festa. È qui che il tocco di Damon Lindelof si fa sentire. Così come già in Lost venivano usati brani retrò di Patsy Cline, Mama Cass Elliot e Petula Clark, anche qui vengono rispolverate fuori hit del passato come “Let’s Stay Together” di Al Green, “Love Will Keep Us Together” di Captain & Tennille, “Kiss on My List” di Daryl Hall & John Oates, “Don’t Dream It’s Over” dei Crowded House e “The Girl From King Marie” di Jodie Reynolds. Nella variegata proposta musicale offerta da The Leftovers vi è comunque spazio anche per brani più recenti, con l’efficace uso di “Retrograde” di James Blake nella puntata pilota, e con i brani di The Naked and Famous, Black Keys e deadmau5 suonati dai giovani protagonisti. Fino ad arrivare a un sorprendente momento metal con la brutale “Angel of Death” degli Slayer usata in una memorabile scena del sesto episodio. Il consiglio è allora quello di recuperare questa serie e guardarla, ma pure ascoltarla, con grande attenzione. Vi regalerà molte soddisfazioni e un sacco di sorprese.

di Marco Goi per Oggialcinema.net


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :