In un futuro non precisato essere soli non è contemplato.
Non è tanto una questione di amore, di evitare la solitudine, avere qualcuno affianco è necessario, è obbligatorio.
Se si è soli, si viene mandati in uno speciale hotel per single, dove si hanno a disposizione 45 giorni per trovare la propria metà, più giorni extra in base a quanti solitari si anestetizzano nelle battute di caccia in mezzo ai boschi.
Se arrivati allo scadere dei propri giorni, si è rimasti soli, si verrà trasformati in un animale a propria scelta, così da aumentare le possibilità di una vita felice assieme a qualcuno della propria specie.
David, solo, unicamente accompagnato dal fratello che ora è un cane, di trovare qualcuno all'interno di quell'hotel rimanendo se stesso non è in grado.
Come altri cerca di adattarsi, di fingere un carattere, un particolare, che non ha. L'alternativa è diventare un'aragosta, nuotare nel mare che tanto gli piace e cercare di non farsi mangiare.
Sceglierà purtroppo la peggiore delle compagne possibili, e dopo aver superato il limite, da lei scapperà, dal suo destino segnato scapperà, rifugiandosi nei boschi, con quei solitari che hanno regole ancora più dure, solitari per scelta, senza possibilità di amare.
La città diventa un sogno, e ovviamente, lì dove l'amore è vietato, l'amore David trova, per una bella e intraprendente donna, rischiando così la vita.
Cosa può succedere se quel greco aveva tirato fuori dal suo cilindro un film nero e disturbante come Dogtooth, ora che assolda gente come Colin Farrell, Rachel Weisz, Ben Whishaw, John C. Reilly e Léa Seydoux?
Succede che spingerà ancora di più l'acceleratore, proponendo una trama distopica e folle, dall'umorismo nero, piena di speranza ma piena anche di una speranza infranta.
The Lobster dai colori freddi, dai personaggi slavati e tristi, che guardano agli altri senza desiderio, con possibilità e invidia, è un ritratto di una società allo sbando, dove gli opposti fanno altrettanto paura.
Si ha paura se si è soli, si ha paura se si ama.
Si cerca nell'altro non un partner ma qualcuno che ci somigli e ci capisca nei nostri difetti: zoppicare, sanguinare dal naso, miopia, mancanza di un cuore... Questo è per loro amore, questo può unire, e poco importa se le conversazioni latitano e se quel cuore non batte. Sempre meglio di essere trasformati in animale, forse.
Perchè quando si passa al di là della barricata, quando si decide di essere soli, allora nessun contattato, nessun flirt è concesso, la propria fossa la si scava letteralmente da soli.
David si muove da un lato e dall'altro con circospezione, con l'aria affranta di chi solo sta bene ma vorrebbe di più.
Ma il di più lo trova per davvero?
La vera sorpresa di questo film non sta tanto in una trama folle che purtroppo presenta qualche difetto, sta in un Colin Farrell finalmente in parte, che mette da parte i muscoli e l'aria da macio, tira fuori la pancia e l'aria più succube possibile facendo di David un antieroe che non suscita simpatia, ma tanta pena. E che ricorda, nella solitudine, nei modi gentili e timidi, nel suo mimetizzarsi, il Theodore di Her.
Le sue diatribe interiori, la sua fuga, il suo amore, sono raccontati da una voce dall'accento tedesco, e se la prima parte funziona parecchio bene, all'interno di quell'hotel che mostra tutte le sue assurdità, la seconda, in mezzo ai boschi, lì dove la passione sembra sbocciare, qualcosa di quell'assurdità si perde, forse perchè agli occhi dei romantici ci vorrebbe di più, forse perchè si è abituati alla svolta salvifica, all'amore che risolve tutto.
Quello che invece fa qui, per David, l'amore, è accecare, metaforicamente e non.
Ne esce un film imperfetto, disequilibrato, in cui sbocciano gli attori, oltre a Farrell, la Weisz già sublime in Youth, è altrettanto brava e bella, mentre sono spietate Olivia Colman da un lato, e Léa Seydoux dall'altro.
Nella sua uscita dalla Grecia, Lanthimos continua a parlare di una crisi che colpisce l'uomo nel peggiore dei modi, con l'animale che avanza a minacciarci, con quanto di più bello reso asettico, reso mera questione di affinità.
Regia Yorgos LanthimosSceneggiatura Efthymis Filippou, Yorgos LanthimosCast Colin Farrell, Rachel Weisz, Olivia Colman, Léa Seydoux, Ben Whishaw, John C. ReillyIl TrailerSe ti è piaciuto guarda ancheDogtooth, Her, Black Mirror