Devo ammettere che per raccogliere le idee sulla sinossi ho dovuto spigolare qua e là per la rete perchè nel film tutti questi passaggi non mi sono sembrati così cristallini e tra un combattimento e l'altro avevo perso leggermente la bussola.
Ci sono due modi per vedere questo tipo di film : o fare i bvadipi cinefili snob che giammai gvadivebbevo un tale spveco di maestvanze tecniche o mettersi seduti, calmi, birretta alla mano e rutto libero per divertirsi come invasati alla vista di tutto il macello che succede.
Diciamo che per apprezzare questo film bisogna mettersi davanti allo schermo nella seconda modalità e vi assicuro che ci si diverte anche passando oltre le ingenuità assortite che vediamo snocciolate da RZA che dietro la macchina da presa sembra affetto da tarantinite acuta mentre davanti alla stessa è riconoscibilissimo oltre qualsiasi ragionevole dubbio, visto che è l'unico nero , è abbastanza fisicato ma di fronte Bautista fa la figura della sottiletta.
Almeno non ha al collo le catenozze oro 24 k modello antifurto bicicletta.
Devo ammettere che ho provato una certa emozione, o forse era l'invasamento di qui sopra, quando quel quarto di bue di Dave Bautista ( mio idolo incontrastato quando una vita fa seguivo il wrestling) ci ha tagliato le braccine , quasi dicendogli "così impari a essere l'unico rapper nero gangstaqualcosa nella Cina feudale e comunque a me piacciono solo i Public Enemy", così come mi sono proprio piaciuti quei pugnetti di ferro,un gadget che Iron Man se li sogna la notte.
Insomma The man with the iron fists assicura divertimento di grana grossa, grossissima ma fondamentalmente onesto.
E' fatto con passione e non solo per calcolo.
Da una parte sembra una rievocazione affettuosa e un minimo irriverente dei primi film di Jackie Chan o dei vecchi film di wuxia che vedevo da piccolo passare sulle televisioni locali , dall'altra la presenza di RZA ( che uno appena lo vede si chiede ma che ci fa un nero nella Cina feudale? e poi si risponde l'attore e il regista!), Russell Crowe che esibisce un inedito fisico a caciocavallo ( avete presente come è fatto? Russell ma che te sei magnato prima di fa' 'sto film?) e di Lucy Liu che seppur orientale è un volto troppo riconducibile al cinema americano fa subito pensare di trovarsi di fronte a una copia conforme all'originale e riletta in qualche maniera alla luce anche dell'omaggio fatto a questo tipo di cinema da Tarantino con i suoi Kill Bill.
Insomma bisogna prendere The man with the iron fists per quello che è: un film di arti marziali cafonissimo, tamarro , capace di trovare senza problemi il suo pubblico di estimatori.
I combattimenti sono la cosa migliore: notevoli le coreografie, firmate da Corey Yuen ( il Messi nel campo di coreografie in film di arti marziali, a RZA piace vincere facile ) , capaci di tenere da sole in piedi tutto il film.
Comunque un'ora e mezza passata nel relax totale, lasciando venire in superficie tutto il tamarro che abbiamo dentro di noi.
Promosso !
( VOTO : 6,5 / 10 )