The mist – Frank Darabont

Creato il 30 ottobre 2012 da Maxscorda @MaxScorda

30 ottobre 2012 Lascia un commento

La nebbia per chi vive in pianura padana e’ una presenza alla quale ci si abitua, magari con alterni fastidi a seconda della densita’ e dell’umore di chi l’attraversa. Gli abitanti di un ridente paesino in riva ad un lago statunitense invece, sono piu’ abituati alle tempeste che alla bruma, tanto che all’arrivo di quest’ultima gia’ restano perplessi, quando poi tentacoli alieni ed assassini sgranocchiano le persone, allora la preoccupazione si fa tangibile.
Buona cosa per i protagonisti e’ restare ammassati dentro un supermercato tra birre e patatine, in attesa di comprendere come uscirne vivi.
Tratto da una novella di Stephen King, sgomberiamo subito il campo dal confronto piu’ ovvio, "The fog" di Carpenter non si tocca, non lo si sfiora neppure e potremmo gia’ chiuderla qui.
In effetti a suo tempo si concluse l’argomento ma qualche tentativo ogni quarto di secolo si potrebbe concedere ma per favore non in questo modo.
Credo senza possibilita’ di smentita, che sia uno dei film di genere piu’ imbecilli mai visti e si piazza in ottime posizioni anche in una classifica generale. Dirigere ancora oggi un film che vede i soliti, immarcescibili, inamovibili militari colpevoli del disastro e’ pregio di un subumano, ovvero del regista colpevole anche della sceneggiatura, la stessa che non esita nel raccontarci che tra migliaia tra ragni alieni, mosche mutanti e bestie alte come un palazzo di trenta piani, il vero pericolo e’ una credente esaltata oppure che gente che ha visto dilaniare il proprio vicino di fila alla cassa, esce in strada convinto gli stiano facendo uno scherzo. Una tragedia della settima arte come e’ raro vederne, con un solo grande pregio: i buoni muoiono per mano del piu’ buono di tutti e per il panorama buonista statunitense non e’ poco ma del resto questa e’ farina del sacco di King, non di Darabont.
Talmente brutto da non divertire neppure, passero’ mesi terribili solo per dimenticarmi della sua esistenza.

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