Cosa si può fare per proteggere gli attivisti dei diritti umani dai pericoli? La risposta a questa domanda è alla base dello sviluppo di The Natalia Project, un sistema di protezione per gli attivisti di tutto il mondo alimentato dalla “tutela” che può generare internet e i social network.
The Natalia Project, rinominato così per ricordare l’attivista per i diritti umani Natalia Estermirova rapita e uccisa in Cecenia nel 2009 e promosso dall’organizzazione svedese Civil Right Defenders, mira a salvaguardare la vita dei molti attivisti minacciati quotidianamente attraverso l’ausilio di un braccialetto. Un device dall’aspetto semplice, una struttura tenuta insieme da una forte connessione, ma che in caso di attacco all’attivista riesce a comunicare la posizione del soggetto.
Un progetto che ruota intorno a tra punti cardine. La potenza dei social network, la rete di sostenitori dell’associazione, che in caso di segnalazione possono veicolare l’allarme e diffondere la notizia. La comunicazione diretta, tramite dispositivo GPS, tra l’associazione e l’attivista. La reazione di ogni singolo individuo, associato o meno al progetto, che può rivolgere pressioni alle organizzazioni politiche. The Natalia Project è una protezione virtuale che, grazie alle connessioni umane, può salvare la vita di chi continua a lottare per i diritti umani nonostante tutto.
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