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Nello zanzarificio dell’ippodromo Milanese, i The National non deludono le aspettative e mettono in scena un live generatore di pelle d’oca e belle sensazioni.
Due ore senza sosta tra ballate malinconiche e potenti contrappunti strumentali, magistralmente cavalcate dal cantante Matt Berninger. E dico magistralmente anche perchè con il look occhialuto-brizzolato sembra davvero un esimio prof, o magari uno stimato dottore.
Al di là dell’aspetto invece l’anima da frontman c’è tutta e lo dimostra la nonchalance con cui scende tra il pubblico ben tre volte, facendo crow-surfing senza alcun timore.
Lo statico parterre dell’Ippodromo diventa improvvisamente un rullo compressore e in un attimo mi ritrovo ad un paio di metri da Matt che, non so come, continua a cantare senza perdere una nota: pochi secondi di indimenticabile intensità. Anche per i miei piedi calpestati.
Il resto è placido e appassionato ascolto, ma quando la band decide di premere sull’acceleratore è pazzesca la progressione e la potenza sonora sprigionata nell’insieme. Quasi un peccato che non abbiano a repertorio più canzoni “tirate”, vista la qualità dei singoli. La loro indole è però melanconica e poetica, lo sappiamo e ci piacciono anche per questo. Niente da rimproverare quindi ad un live dalla nutrita scaletta, generoso col pubblico e tutto sommato anche gradevole a livello di location.
Peccato non aver potuto sentire l’apertura di Johnny Marr, che ha iniziato davvero troppo presto; per il resto è stato il concertone estivo che aspettavo da mesi e che per parecchio tempo resterà “in circolo”, rilasciando frammenti emotivi ad ogni battito di ciglia.
Long live The National, siete il cuore sanguinante del rock.