Trama: Lara Brennan è in carcere da tre anni accusata dell'omidicio del suo capo. Il marito John, fermamente convinto dell'innocenza della moglie, quando anche l'ultimo appello viene respinto e Lara tenta il sucidio, decide che sarà lui a farla uscire dal carcere.
"The next three days"è uno di quei film che, per poter apprezzare al meglio, dobbiamo guardare con le facoltà neuronali ridotte al minimo.
Cerco di spiegarmi meglio.
Se durante la visione ci mettiamo a ragionare sulla plausibilità del tutto stiamo freschi, "The next three days" vale una commedia di Adam Sandler. Se invece vogliamo goderci una serata non troppo impegnativa, godendoci un action piacevole, questa può essere una pellicola che fa al caso nostro.
Paul Haggins dimostra di non essere uno sprovveduto perchè riesce, da una storia non memorabile,il film è il remake del francese "Pour Elle" a creare una pellicola godibile e ben strutturata.
Fino quasi alla fine lo spettatore non è proprio convinto dell'innocenza di Lara, anzi, gli indizi ed i sospetti sono tali e tanti da far credere che la donna che John sta per far evadere si sia macchiata di un omicidio.
Ma John è così sicuro che sua moglie sia innocente, così certo che lei non possa aver fatto nulla del genere che alla fine, volenti o nolenti, siamo con lui ed arriviamo a credere che un uomo innamorato possa trasformarsi in poco tempo da tranquillo insegnate e padre di famiglia in una specie di Jason Bourne imborghesito, organizzando una evasione dal carcere con una perizia degna del miglior agente segreto.
Le scene dell'evasione poi sono davvero ben girate.
Adrenaliniche, si tratta fondamentalmente di un film di ben poche parole, e con la suspance adeguatamente dosata fino allo scioglimento finale, intuibile ma non così scontato.
Altro elemento che salva "The next three days" dal dimenticatoio cinematografico è il cast.
Liam Neeson, Olivia Wilde e Brian Dennehy riescono a dare rilievo a personaggi di contorno, rendendoli interessanti e rilevnti nell'ambito della vicenda.
Elisabeth Banks è una Lara fiera e determinata.
Ma il vero "padrone" del film è Russell Crowe, un pò imbolsito dai tempi de "Il Gladiatore", ma sempre una certezza.
L'unico capace di rendere guardabili anche film che definire mediocri è un complimento (mi viene in mente "Rapimento e riscatto").
Il solo capace di dare credibilità e spessore ad un personaggio, John Brennan, che in altre mani sarebbe sconfinato inesorabilmente nel ridicolo.