The night flier – Anche i vampiri indossano il k-way

Creato il 18 agosto 2014 da Raystorm

Diciamo che il manifesto cinematografico di questo film è forse una delle cose più fatte alla cazzo che io abbia mai visto, sembra la macabra pubblicità di mantelline per la pioggia.

Da che ne ho memoria ho sempre avuto la passione per il genere horror (tra l’altro ho constatato che tutti i nati tra la fine dei ’70 e l’inizio degli ’80 hanno la medesima morbosa passione, chissà cosa mettevano dentro lo “Sprint” che ci versavano nel latte), non ho mai fatto distinzione tra i sottogeneri di questo, semplicemente ho sempre guardato tutti i titoli mi che mi ritrovavo davanti. I film dell’orrore in una stagione cinematografica sono sempre numerosi e spesso si trasformano nel perfetto trampolino di lancio per molti registi, che nel caso riescano a creare qualcosa di veramente originale hanno serie probabilità di ritrovarsi a dirigere film di diverso genere e e caratura (basta pensare a Peter Jackson). L’altro lato della medaglia è che per trovare un film horror in grado di spaventare o anche solo appassionare chi lo guarda è una vera e propria impresa. Diciamo che facendo una proporzione estremamente ottimistica 1 film su 15 è veramente riuscito, tutto il resto non ho mai compreso perché venga prodotto e distribuito. Va da sé che questo rende complicato ricordare tutti i film che uno vede, allo stesso tempo accade che nel visionare miriadi di titoli che vanno dal brutto alla schifezza assoluta, quella che ti spinge ad arrivare alla fine esclamando”non è possibile non ci credo”, accade di infilare nel mezzo di questa categoria pellicole che non lo meritano. Ed ecco che arriviamo a “The Night Flier”, film che vidi quando uscì al cinema, per poi non rivederlo più in quanto non mi ebbe entusiasmato. Ma qualche giorno fa, leggo la recensione del film scritta da una blogger (e se cliccate su questa riga sottolineata ve la ritroverete davanti, la recensione, non la blogger), a dire il vero dissentivo un poco sul giudizio di quest’ultima. Lo scambio di opinioni ha però messo in moto la curiosità di rivedere “The night flier”e guarda te, manco farlo apposta, in DVD sto diavolo di film non esiste, quindi mi sono messo l’animo in pace (potevo optare per lo streaming selvaggio, ma odio guardare i film su di un 15 pollici), assieme alla voglia di revisione e poi TAAACCC, durante una cena a casa di un amico spunta la vhs del film, a quel punto non potevo non sottrargliela per rivedermelo ed alla fine così è stato. Dopo aver maneggiato con il vecchio videoregistratore, domato il “mostro del traking”, ho rivisto “The Night flier” senza problemi e posso dire subito due cosucce:

  1. Per fortuna è stato inventato il DVD e le VHS sono estinte
  2. Il film è molto più bello di quando lo ricordassi

E’ già, ogni tanto pure io ammetto di prendere degli abbagli, ed infatti il film sull’aviatore notturno è una pellicola riuscita che forse negli anni ha pure guadagnato in fascino, si perché sono convinto che oggi la gestione del racconto effettuata all’ora dal regista Mark Pavia sia molto più in linea con gli horror attuali che non con quelli che uscivano negli anni ’90 (oppure io sono divenuto più intelligente e comprendo le sfumature, ma non ci conterei molto). Ora chiariamo che “The Night Flier” non è diventato un capolavoro, ma da film brutto è passato ad essere uno dei film che vale la pena vedere se si è amanti del genere.

Tratto dal omonimo racconto di Stephen King, “The Night Flier” racconta di un killer che dissangua le proprie vittime (ovviamente in America stanno questi tipi di persone), ma come non bastasse questa peculiarità, tale individuo uccide solo di notte spostandosi di aeroporto in aeroporto a bordo di un piccolo aeroplano nero da lui stesso pilotato (ecco spiegato il titolo del film). Certo un personaggio del genere non passa sicuramente inosservato ed infatti, sebbene nessuno lo abbia mai visto, alla fin fine le sue gesta lasciano una traccia tale da mettere il giornalista Richard Dees sulle sue tracce (anche la polizia ovviamente, ma lo sappiamo tutti che i giornalisti sono più scaltri dato che non si fermano a bere caffè e mangiare donut ogni 2 ore). Ed è qui che sta la chiave del film che alla prima visione avevo snobbato in quanto desideroso di vedere sangue a fiumi (certo i morti non mancano ma non sono molti, quindi siete avvisati), ossia l’ossessione del reporter per il caso che sta seguendo. Il vero mostro non è più l’assassino irraggiungibile, ma l’uomo che ne segue ossessionato le gesta, arrivando al punto di non ritorno dove la realtà supera la soglia del credibile, annullando completamente la razionalità. Non stupisce infatti che  il regista racconti una lenta ed inesorabile discesa agli inferi del reporter, mettendo quasi in secondo piano l’aviatore notturno che rimane comunque motore della storia ma non il protagonista della stessa. Ecco quindi che magari nella pellicola la parte più interessante non è quella dedicata all’orrore (e ripeto di morti ce ne sono ma non aspettatevi un Grand Guignol) ma la descrizione della psicosi, il viaggio di non ritorno dell’uomo dentro se stesso, perché per inseguire un mostro non puoi evitare di diventarlo.

Diciamo che un tizio simile non passa inosservato, visto sopratutto cosa lascia dietro di se

Diciamo quindi che a distanza di anni “The night flier” è migliorato (tutta una serie di forzature inserite con l’accetta nella sceneggiatura ci sono e ce le teniamo, nei ’90 funzionava così sembra), forse perché preso come horror non funziona benissimo, ma allargando il campo visivo nei confronti della storia raccontata, riesce ad avere un certo fascino, perfetto da guardare in una calda notte d’estate.

Con “forzature”, intendo roba tipo la pupazza in questione che ha una parte insignificante salvo poi essere la moglie del regista…i paraculi esistono ovunque non solo in Italia

Per chi non lo sapesse lo sprint era questa specie di cacao da mescolare nel latte, ed esisteva da prima del nesquik (ed anche oggi vi ho insegnato o ricordato qualcosa)


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