(The Tim Burton’s Nightmare Before Christmas)
Regia di Henry Selick
con le voci di Chris Sarandon (Jack Skeletron – voce), Danny Elfman (Jack Skeletron – canto), Catherine O’Hara (Sally), William Hickey (Dottor Finklestein), Glenn Shadix (Sindaco), Franck Welker (Zero), Ken Page (BaBau), Edward Ivory (Babbo Natale).
PAESE: USA 1993
GENERE: Animazione
DURATA: 73’
Abitante di Halloween Town, spaventatore di professione, Jack Skeletron vorrebbe cambiare vita. Dopo essere stato a Christmas Town, si convince di poter prendere il posto di Babbo Natale e di poter rendere felici le persone invece che spaventarle. Ce la farà?
Ispirato ad una poesia illustrata dello stesso Burton, che la scrisse durante gli anni alla Disney, è un piccolo capolavoro dark realizzato con la difficilissima ma assai particolare tecnica dello stopmotion (o passo uno): ogni fotogramma è in realtà una fotografia, e ogni personaggio è un pupazzo mosso dagli animatori tra una di queste fotografie e l’altra in modo da trasmettere l’illusione del movimento. Ci vollero quasi quattro anni per realizzarlo, e infatti Burton – che in un primo momento avrebbe voluto dirigerlo – dovette dedicarsi ad altro (i due Batman e il mitico Edward Mani di Forbice) e affidarlo al talentuoso Selick. Inutile dire che resta un film burtoniano al 100%: c’è la solitudine, il non sentirsi a proprio agio, la simpatia per i mostri, il gusto gotico fiabesco, le atmosfere dark; e uno stile visivo personalissimo che non nasconde i modelli illustri, da Mario Bava ai b-movie della Hammer, da Mary Shelley ai vecchi horror di Whale, dalle memorabili Silly Symphonies della Walt Disney all’espressionismo tedesco. Un divertente musical impregnato di morte in cui la morte non esiste, e in cui anche le peggiori atrocità (teste staccate, braccia divelte, cattivi fatti di insetti) sono filmate con uno sguardo genuino e scanzonato che le rende innocue. Le canzoni, scritte da Danny Elfman (che presta anche la voce a Jack), sono orecchiabili e originali ma forse un po’ troppe. In italiano la voce di Jack è invece di Renato Zero. Alla sua uscita fu accolto bene, ma è soltanto grazie alla riedizione del 2003 che è diventato un cult e un fenomeno di massa. Da vedere.