A partire dal 31 gennaio 2014 l’opera in analisi è stata presentata in varie parti del globo al fine di presentare i migliori corti selezionati per una delle premiazioni più celebri al mondo: l’Oscar Nominated Short Film. Quello di cui ci occupiamo dei tre esistenti (Animation, Documentary, Live Action), è quello dedicato al Live Action. Documentario perché è introdotto e moderato da alcuni volti noti della cinematografia mondiale, tra cui Tom Vaughan (Notte Brava a Las Vegas), Peter Webber (La Ragazza con l’Orecchino di Perla), Matthew Modine e altri. Al centro dell’opera vi sono i corti in nomination della sezione Live Action, come anticipato, opere con attori in carne ed ossa che hanno in varia misura a che fare col genere.
Subito dopo vi è The Woorman Problem dell’inglese Mark Gil, incentrato su un prigioniero che è convinto di essere Dio. Il medico che lo deve valutare stenta a credere ai ragionamenti perfettamente lineari dell’uomo considerato pazzo. Una strizzata d’occhio al racconto di Irvine Welsh The Granton Star Cause contenuto nella raccolta Acid House, con un finale altrettanto cattivo.
Più tragico nel senso sociale del termine, è invece Avant que de Tout Perdre del francese Xavier Legrand, che parla di una madre in fuga coi figli da un marito violento. Assistiamo alle operazioni di fuga, ai rischi che corre la giovane madre, il tutto con un ottimo meccanismo volto alla suspense in accezione classica.
Si cambia del tutto registro col finlandese Pitääkö mun Kaikki Hoitaa di Selma Vilhunen, in cui una famiglia scapestrata si presenta ad un funerale di un bambino convinta sia un matrimonio. Il genere vira tra il grottesco e la black comedy, mettendo la parola fine al documentario dopo aver passato in rassegna vari generi e avendo evocato emozioni diverse e contrastanti. Un interessantissimo sguardo su corti di alto livello, sia qualitativo che di budget, con interventi mirati che promuovono una tipologia di fare cinema spesso considerata riduttivamente amatoriale.
Davide Casale