Ammetto che nei giorni precedenti non ho avvertito un'attesa così stratosferica per il release party dei Peawees. Non avendomi fatto impazzire il pezzo in preview ero abbastanza combattuto...ma alla fine, complice anche l'insistenza della mia ragazza, decidiamo di muovere il culo e di portarlo al Bloom. Arriviamo ad orario proibitivo, con il Bloom ancora chiuso e una simpatica temperatura esterna invernale. Alle 22 apre tutto, il locale piano piano si riempie di facce note e non e iniziano i primi giri di saluti e le prime chiacchiere pre concerto. A sorpresa compare un Morten Yum Yum in grande spolvero, in Italia per registrare del nuovo materiale per Caroline Andersen and The Treats. I primi a salire sul palco sono Miss Chain and The Broken Heels, che avevo già visto in apertura allo Skaletta e non mi avevano emozionato particolarmente. Sono abbastanza un ignorante del genere, e non mi ero lasciato trascinare molto. In realtà questa volta mi devo ricredere, i pezzi ci sono e sono veramente belli, trascinanti e suonati benissimo. Da completo analfabeta del powerpop quale sono ho apprezzato molto; quasi sicuramente non diventeranno mai la mia band preferita, ma capisco assolutamente il buon numero di fan che si sono guadagnati nel tempo. Da segnalare un'apparizione di Morten alla chitarra, tanto per completare il tutto.
35 minuti di ottima musica ed è ora del main event, Peawees da Las Pezia! Il cattivo presagio si materializza subito con la presenza sul palco di un tastierista e ben due sassofonisti oltre ai quattro a cui siamo abituati. Eppure una volta che attaccano (con Food for Soul), il piedino parte e inizio ad apprezzare di brutto. Pur con una formazione abbondante i ragazzi non lesinano in energia e cattiveria, e tiro un sospiro di sollievo. Dopodichè sparano una serie di classiconi dai dischi precedenti tornando in formazione a 4, si passa da Action a By my side, fino ad arrivare alle stupende 'Cause you don't know me, No Reaction e Dead End City.
Ovviamente c'è spazio anche per i pezzi del nuovo "Leave it behind", che forse su disco non mi faranno impazzire ma dal vivo hanno un grande effetto, e la formazione a 7 che mi aveva intimorito all'inizio rende un sacco.
In generale un ottimo concerto, in faccia a chi, come me, aveva storto un po' il naso per il disco nuovo.