Dopo essere stati un fenomeno del web, apprezzati da una vasta fetta di pubblico, i ragazzi – e in particolare Luca Vecchi, il regista - tentano di confezionare un buon prodotto sulle basi della problematica legata all’età (quella prossima ai trent’anni e, quindi, alle spaventose responsabilità della vita adulta) su cui si poggia quasi interamente la loro cifra stilistica. E se sono ottime le premesse dell’individuare la crisi generazionale dei quasi-trentenni senza futuro e renderli dei Peter Pan contemporanei, con molti momenti che fanno ridere e/o sorridere, il film in quanto opera cinematografica soffre di non pochi difetti: a partire dalla drammaturgia, spesso lacunosa, che intacca la ritmica narrativa; passando per il reparto visivo, alle volte non troppo curato – nonostante alcune idee visive non siano da sottovalutare -; ancora, l’eccessivo etnocentrismo che lega gran parte della loro comicità agli ambienti dei ragazzi di Roma est; finendo alla recitazione: Luca Vecchi è infatti l’unico che riesce a rendere il proprio personaggio completo nella propria evoluzione e non impacciato nei momenti tecnicamente più difficoltosi, cosa che non riesce invece a Corradini e Capua.
Da evidenziare e confermare, in ultimo, il rapporto nefasto che intercorre tra il botteghino e il web: come accaduto per i predecessori dei The Pills, ancora una volta si è dimostrato che una visualizzazione su youtube non corrisponde al prezzo del biglietto. Antonio Romagnoli