Il debutto al cinema del trio creatore della webserie The Pills non colpisce pienamente il centro del bersaglio. Il cinico approccio alla vita “del dolce, ma paranoico, far niente” è frammentario e non lascia il segno.
Luca, Matteo e Luigi si conoscono dall’infanzia, hanno trent’anni e nessuna voglia di prendersi sul serio. Il loro obiettivo è semplice: immobilismo post-adolescenziale fino alla morte. Tuttavia il lavoro è un nemico duro e cerca di farli crescere all’improvviso.
Ci si aspettava sicuramente un prodotto maggiormente coinvolgente da Luca, Matteo e Luigi, i tre trentenni di Roma Sud che, seduti a un tavolo della cucina, si dilettano a parlare di amenità rimpinzandosi di caffè e sigarette. Il loro personalissimo mondo in bianco e nero, pregno di cinico esistenzialismo e ironico “far niente”, sbarca al cinema e si presenta al pubblico generalista. Tuttavia The Pills – Sempre meglio che lavorare, nonostante il lodevole intento di disegnare una generazione priva di un lavoro e di responsabilità (ma felice di esserlo) e la volontà di ironizzare su un punto di vista completamente ribaltato rispetto al pensiero comune, non riesce a essere pienamente convincente. Difatti il prodotto diretto da Luca Vecchi (il più stralunato del gruppo) sciorina risate con il contagocce e si dimostra un assemblato di brevi sketch, nei quali il tunnel da non imboccare non è quello della droga, ma quello del lavoro.
Non affrontare le avversità e non impegnarsi in nulla è il mantra che i tre protagonisti ripetono allo sfinimento, dimostrando di avere una personale visione del mondo, che però non riesce a fuoriuscire dallo schermo cinematografico. Alcune trovate divertono (la lezione ai galeotti su come utilizzare Facebook è la migliore, ma anche le invettive nei confronti di Muccino sono apprezzabili), ma nel complesso The Pills – Sempre meglio che lavorare è un centrifugato di ansia da prestazione e paranoico cinismo. Nonostante ciò per poter assaporare appieno i caratteri dei personaggi bisogna fare un passo indietro e approcciare Internet, laddove tutto è cominciato e trova la sua ideale dimensione.
Tra crisi di mezz’età (a trent’anni) e voglia di scoprire il mondo a colori che si staglia al di fuori dell’appartamento, The Pills – Sempre meglio che lavorare è un film che fatica sulla distanza e che non trova quel collante necessario per rendere accattivante il tutto. Difatti la pellicola sezionata in piccole parti troverebbe il suo senso e la sua brillantezza, strumenti utili per apprezzare lo spirito critico di una generazione che del “far niente” non può fare a meno.
Uscita al cinema: 21 gennaio 2016
Voto: **1/2