Una giovane coppia viene improvvisamente quanto misteriosamente minacciata da una presenza soprannaturale, che si manifesta attraverso il loro amico David...
Fino a circa metà del minutaggio, la pellicola di Cull e Isles regala interessanti sprazzi di inquietudine molto british. Sembra quasi di leggere qualcuno dei primi romanzi di Mc Ewan, tipo "Cortesie per gli ospiti", per citarne uno piuttosto perturbante, oppure vengono in mente altri autori inglesi del nuovo corso modern gothic del tipo Laura Hird (vedi il suo interessante romanzo "Unghia", edito da Einaudi). Un Perturbante cioè molto psicologico, nel quale certo il "mostro" compare comunque quasi fin da subito, a mettere a soqquadro la tranquilla quotidianità di una giovane coppia, ma il cui ingresso è comunque sempre confuso tra il reale e l'allucinato. E il tutto è comunque, anche in questo film, sempre molto teatrale, chiuso cioè all'interno dell'appartamento di Alex e Kate, e da lì non si scappa, così come da tutta una sceneggiatura che coincide essenzialmente con la materia narrativa, anch'essa molto teatrale, dei fitti dialoghi (e delle pause di silenzio) dei tre protagonisti. La casa, "teatro" essa stessa delle visioni demoniache di David, è qui simbolo dell'interiorità claustrofobica del ragazzo: assistiamo infatti a tutto un susseguirsi di porte chiuse su altre porte chiuse che si aprono su apparizioni inquietanti. Le luci giallognole di Nic Lawson fanno da adeguato contrappunto a un andamento introspettivo e dialogato, rispetto al quale la regia sottolinea molto le soggettive, anche attraverso buone dissolvenze in nero, nel momento in cui David chiude gli occhi. Abbiamo detto che tutto procede bene fino a circa metà pellicola. E' proprio a partire da questo momento che lo script si sfrangia e diventa pura mucillagine insistendo a proporci il "mostro" in varie salse, ma sempre nel buio di sequenze che ci rimandano dritti a fratelli maggiori tipo Rec, Cloverfield, e simili suggestioni. Il film si colloca in un ambito di regia classica fino a un certo punto dello svolgimento, dopodiché abdica il regno del suo specifico immaginario ad altre declinazioni del sottogenere, e non ne capiamo il perchè. Tale operazione fa perdere la bussola ai due registi, che arrivano a un finale non molto convincente e sempre appiattito sugli stilemi consueti e desueti del mokumentary. Un peccato, poichè la prima buona mezz'ora faceva ben sperare, soprattutto per le atmosfere perturbanti molto ben costruite, a tratti quasi gotico-lovecraftiane. "The Possession of David O'Reilly": film deludente ma che più di altri può meritare una visione. Regia:Andrew Cull, Steve Isles Sceneggiatura:Andrew Cull Fotografia:Nic Lawson Musica:Steve Isles Cast:Giles Alderson, Francesca Fowler, Zoe Richards, Nicholas Shaw Nazione:Gran Bretagna Produzione: Authentic Films Anno:2010 Durata: 87 min.