E meno male, penso io, altrimenti sto Poughkeepsie Tapes col piffero che lo vedevo.
Nella città di Poughkeepsie vengono ritrovati numerosi filmati che mostrano omicidi brutali e torture, ripresi live dal killer stesso.
L'FBI, i profiler, la polizia, raccontano le indagini che hanno seguito il ritrovamento.
Io parto chiaramente prevenuta dal fatto che amo i mockumentary.
Lo so che fanno schifo a tutti, che ne avete piene le scatole, che non portano più da nessuna parte.
Avete ragione, sono d'accordo.
Però io gli voglio bene, capite?
Sono come una donna che spera sempre che l'uomo amato cambi.
Sa che non è così, ma lo ama lo stesso.
Quindi, come sento che questo film è un finto documentario con video girati dall'assassino stesso APRITI CIELO CHE CANTO L'ALLELUIA.
(e ricordatevi che ho cantato in un coro, di alleluia ne so tanti)
E l'ho cantato davvero, l'alleluia, perchè a me The Poughkeepsie Tapes è piaciuto.
Ma pure parecchio.
Più di tutto ho amato l'infilarci costante di detective, profiler, psicologi, che per una mediocrissima amante di programmi per casalinghe come Criminal Minds come sono io è la morte proprio.
Motivo per cui guarderò anche The Gerber Syndrome, potete contarci.
E sì, guardo Criminal Minds. A mia discolpa posso dire che amo il dottor Reed. Mi motiva l'amore, come avrete capito.
Detective, profiler e psicologi che non fanno altro che rimarcare la crudeltà, l'orrore, l'esagerazione delle torture perpetrate dal killer. Peccato che non se ne veda (quasi) nessuna.
Cosa che per me è un ulteriore valore aggiunto perchè la mente umana è portata a pensare sempre al peggio, la nostra immaginazione è malata (non negate, è ovvio che quando gli specialisti parlano di torture così tremende, tutti ci chiediamo di cosa cavolo si tratti e immaginiamo sempre il peggio, è nella nostra natura) ma il regista non ci sta.
Sceglie di far fare il grosso del lavoro sporco alla nostra mente, lui non mostra niente.
Un paio di calci, qualche disagio psicologico.
Per qualcuno questo potrebbe essere un difetto della pellicola, a me è piaciuto sul serio.
Il mock non è mai forzato o inspiegabile, c'è, ne prendiamo atto. Non fa nemmeno venire troppo il mal di testa. E credo che abbia dato una mano non indifferente a rendere quel senso di lercio e malsano del rifugio del killer.
E il finale, beh.
nonostante abbia trovato abbastanza prevedibile quel tentativo di plot twist, la scena finale, quel primo piano della vittima mi ha causato una sequela di brividi in serie, dalla nuca alla schiena.
Lo sguardo, le parole, l'insicurezza.
Una degna conclusione, davvero, me la sono fatta sotto.