Nel calendario solare, il 29 febbraio è un giorno in più, che, verificandosi ogni quattro anni, serve ad evitare l’accumulo di ore e lo slittamento delle stagioni. Le credenze popolari hanno affibbiato all’anno bisestile vari significati. Per gli antichi romani, febbraio era il mensis feralis, dedicato alla celebrazione dei defunti. E’ probabile che, l’aggiunta di un giorno al calendario, rendesse il mese anomalo, e, successivamente, per tutti i superstiziosi medievali, monstruosus. Tuttavia, ancora nel XV secolo, gli umanisti continuavano a ritenere l’anno bisesto, un anno funesto, in cui animali e vegetazioni, nonché falde acquifere, erano messi a dura prova da influssi nefasti. Se nel sud dell’Europa oggi si fanno scongiuri, al nord, specialmente nelle isole Britanniche, la musica è diversa. Sembra infatti che, nel V secolo d.C., tra le brume d’Irlanda, Santa Brigida un giorno si lamentasse con San Patrizio della situazione di tante giovinette (e anche donne mature), costrette ad aspettare lungamente che il proprio uomo si decidesse a chiederle in moglie. Per ovviare al problema, il santo, volgendo uno sguardo non proprio mistico verso il cielo plumbeo, mentre la santa sciorinava le sue lamentele, decise di istituire il 29 febbraio come data in cui le donne potessero farsi avanti e proporsi ai loro belli. Leggenda o verità, non ci è dato di sapere. Però, nel 1288, in Scozia, fu passata una legge, in cui nero su bianco, si stabiliva che le donne potessero chiedere in matrimonio un uomo di loro scelta e che, semmai questo le respingesse, una compensazione simbolica (da un bacio, ad una moneta, ad una gonna di seta) andasse a lenire il cocente disappunto. Da allora, Leap Year Day, è il giorno che in Gran Bretagna ogni uomo aspetta con lieve terrore, mentre fioccano ovunque consigli per le pulzelle su come fare la loro proposta e non lasciarsi sfuggire l’occasione. Le regole d’oro sono sempre le stesse: scegliere il luogo e, soprattutto il momento giusto (al di là della data), creare un po’ d’atmosfera, sdrammatizzare, prepararsi ad un eventuale rifiuto e, nel caso, ricordarsi di farsi ripagare, come da tradizione, con un bel vestito di seta.