La trama (con parole mie): siamo nel 2022, e gli Stati Uniti si sono ripresi da una crisi economica apparentemente senza ritorno affidandosi ad un misterioso governo gestito dai cosiddetti Nuovi Padri Fondatori, che sotto la loro guida sono riusciti a portare gli USA ad un benessere mai raggiunto. Questa sorta di sogno che si avvera e la sua conservazione passano attraverso l'usanza di un evento annuale, detto "The Purge", che permette a chiunque di commettere qualsiasi tipo di reato per una notte intera senza che lo stesso possa essere perseguito dalle autorità: ovviamente a fare le spese in queste occasioni sono i poveri ed i disadattati, cacciati come animali dai ricchi in cerca di una scusa per sfogare frustrazione, odio e rabbia.Quando Charlie Sadin, figlio di James, che si occupa di sistemi di sicurezza, e Mary, decide di aprire le porte della loro casa ad un reietto in fuga, la famiglia entra nel mirino di un gruppo di ragazzi cui è stato tolto il giocattolo per la nottata.Il tutto senza contare che Henry, fidanzato della figlia maggiore dei Sadin, Zoey, ha deciso di introdursi nella casa della ragazza per avere un confronto definitivo con suo padre, che non approva il loro rapporto.
Non è certo cosa da poco riuscire, trattando una materia già trita e ritrita, esplorata dal Cinema d'autore così come da quello legato alla grande distribuzione, a regalare al pubblico una visione degna non soltanto di un buon intrattenimento ma anche in grado di suscitare riflessioni interessanti: James DeMonaco ce l'ha fatta, nonostante alla vigilia non avrei scommesso un soldo bucato sulla sua riuscita nell'impresa di portarmi a promuovere questo The Purge - La notte del giudizio, uscito in sordina in questo inizio agosto e già al centro di diverse recensioni positive ai quattro angoli della blogosfera.
A metà strada tra il non completamente riuscito Secuestrados ed il classicone Distretto 13 - Le brigate della morte, inserito in un contesto da futuro distopico non troppo distante da noi, appoggiato al buon Ethan Hawke - che finalmente comincia a dare segno di stare invecchiando, e che dopo Sinister centra un altro discreto titolo di genere - e costruito sul concetto dell'invasione domestica che fece la fortuna anche di un grande nome come Haneke, il lavoro di DeMonaco funziona soprattutto per il coraggio di portare avanti uno script in grado di concedere poco o nulla alla consolazione nonchè abbastanza realistico - non abbiamo persone comuni che d'improvviso si ritrovano tramutate in spaccaculi modello Expendable, per intenderci -, privo di scompensi logici ed in grado di mantenere alta la tensione dal primo all'ultimo minuto.
Il tutto concedendo all'audience anche la possibilità di confrontarsi su un tema spinoso - soprattutto negli States - come quello della protezione della proprietà e sull'idea che una nottata in cui tutto è permesso possa, di fatto, equilibrare le sorti di una società controllata e priva di eccessi per il resto dell'anno: dopo Spring breakers e Pain&Gain, un altro lavoro sottovalutato sulla carta che si dimostra assolutamente valido andando a colpire il cuore del sistema a stelle e strisce, quello delle armi da fuoco chiuse nell'armadio pronte ad essere usate contro chiunque possa avventurarsi tra le mura sbagliate e della rabbia repressa che conduce ad esplosioni di violenza assurde ed incomprensibili - si vedano i massacri compiuti in scuole o sale cinematografiche -.
Come se non bastasse, a questo si aggiunge una sorta di atto d'accusa alla classe dirigente, in grado di comprarsi sicurezza e "pace armata" mentre i poveracci finiscono per giocare al gatto con topo - o meglio, ai topi con i gatti - per le strade: perfetto, in questo senso, l'utilizzo di un fuggitivo afroamericano all'origine della catena di eventi che porta i Sadin a lottare per le proprie vite nonchè a rivalutare l'idea della notte destinata allo sfogo di ogni risentimento.
A cementare la posizione della pellicola - come se non bastasse l'invasione dei giovani inseguitori del già citato rifugiato - il confronto con i vicini di casa che monopolizza la parte finale del film, forse telefonato eppure tremendamente efficace, tavolo delle trattative con tanto di botte su tutto.
Ma non pensiate che La notte del giudizio sia soltanto una riflessione sociale sulla lotta di classe e l'autoregolamentazione della Giustizia: quello che viene presentato è anche un ottimo prodotto d'intrattenimento, violento al punto giusto e dal ritmo serrato, pronto a non sottovalutare nessuno dei personaggi, e decisamente più simile ad un horror di quanto non lo siano molti titoli per l'appunto d'orrore almeno sulla carta usciti nell'ultimo periodo.
Un punto d'incontro, dunque, tra il cervello e lo stomaco, la voglia di sfogarsi e quella di riflettere, l'istinto di protezione e quello civico da "animali sociali": niente male per un titolo di mezza estate uscito in sordina che non prometteva nulla di buono.
A pensarci bene, forse, sarebbe stato il caso di puntare con un pò più di coraggio su The Purge.
Ma si sa come vanno queste cose: il Sistema protegge sempre il Sistema.
MrFord
"We are scanning the scene
in the city tonight
we are looking for you
to start up a fight
there is an evil feeling
in our brains
but it is nothing new
you know it drives us insane."Metallica - "Seek&Destroy" -