The Ridiculous 6, seconda produzione originale di Netflix per il cinema, è una parodia a metà tra I magnifici sette e The Hateful Eight. Cowboy da ridere per un film che non si prende sul serio.
Dopo il bel film drammatico presentato al Festival di Venezia 2015, Beasts of No Nation di Cary Fukunaga, con al centro la storia di un bambino soldato, per la sua seconda produzione originale Netflix ha deciso di buttarsi sul fronte diametralmente opposto: il comico con derive demenziali. E ha affidato lo script ad uno dei più amati (e sopravvalutati?) comici del grande schermo hollywoodiano: Adam Sandler. Da quest’ultimo interpretato e co-sceneggiato insieme Tim Herlihy, The Ridiculous 6 vede alla regia un amicone di Sandler, Frank Coraci, che lo ha già diretto nei precedenti The Wedding Singer (1998), The Waterboy (1998), Click (2006) e Blended (2014). Insomma, una coppia rodata per una collaborazione che potrebbe continuare (chissà?!) anche nei prossimi tre film che il noto colosso dello streaming legale ha commissionato al comico newyorkese.
Un carrozzone, quello di The Ridiculous 6 (o forse sarebbe meglio dire quello di Netflix?), a cui in pochi hanno rinunciato. Ma nel western, si sa, c’è posto per tutti. Ecco quindi che la polverosa main road diventa una grande parata di attoroni. Oltre a Sandler, il gruppo dei “6 ridicoli” del titolo vede Terry Crews, Jorge Garcia, Taylor Lautner, Rob Schneider e Luke Wilson. Ma nomi ancor più grossi stanno di contorno: Nick Nolte, Danny Trejo, Harvey Keitel, Steve Buscemi, John Turturro, Will Forte, Steve Zahn. E ciascuno interpreta un personaggio che ha il suo perché, la propria ragion d’essere.
Come si evince in modo piuttosto lampante dal titolo, The Ridiculous 6 è una doppia parodia, da un lato de I magnifici sette di John Sturges, dall’altro dell’attesissimo The Hateful Eight di Quentin Tarantino. I cowboy capitanati da Sandler non sono né magnifici né tantomeno pieni d’odio, ma semplicemente ridicoli. Con tutto il carico di risate che questo comporta. Una domanda sorge quindi spontanea: The Ridicolous 6 è un film ridicolo? Non direi. Anzi ha del coraggioso. E non solo per il fatto di confrontarsi con un genere sacro per gli americani, ovvero quello che negli anni Cinquanta André Bazin definì “il cinema americano per eccellenza”, ma anche perché ha un recente “illustre” predecessore: lo spassoso e sfrontato Un milione di modi per morire nel West di Seth MacFarlane, padre di Ted e dei Griffin, uscita al cinema solo un anno fa. Paragone che quindi ha dello scivoloso, un duello perso (forse a tavolino) da The Ridiculous 6. Un duello che, però, non s’ha da farsi. Infatti, il film di Frank Coraci non ricerca il confronto (armato), proprio non gli interessa. The Ridiculous 6 è un film fatto per divertire, senza grosse ambizioni né aspettative, se non quella di Netflix di mettersi alla prova con un genere (il western), anzi un sottogenere (la parodia), che ne metta in luce lo sforzo “muscolare” produttivo, capace di sedurre grossi nomi dello star system americano e intercettare una nuova fetta di pubblico (quella guidata dalla “pancia” che non dal “cervello” richiesto dalle series).
Sandler e Co. mettono “con rispetto” in scena tutto il campionario western: la Monument Valley di John Ford, la main road, il saloon con tanto di bordello al piano superiore, balle di fieno rotolanti al vento, i fuorilegge, gli indiani (anzi un bianco travestito da pellerossa). Su questo sfondo una storia semplice, che punta tutto su attori e personaggi: sei improbabili soggetti si scoprono fratelli e vanno alla ricerca del padre, noto fuorilegge e casanova del West.
Ovviamente (che ve lo dico a fare!?) The Ridiculous 6 è anche un film citazionista, perlopiù in modo trasversale, libero, sconfinando oltre il mito della frontiera, ma allo stesso tempo senza storpiare o stroppiare. Spassosa la voce fuoricampo del ritardato Lil’ Pete (Taylor Lautner, quello di Twilight) che fa eco a quella di Tom Hanks in Forrest Gump. Curioso anche l’inserimento di personaggi storici come il Generale Custer o un esagitato e ballerino Mark Twain, nonché lo sceriffo Wyatt Earp, protagonista di decine di western, su tutti Sfida infernale (1946) di John Ford. Ma c’è posto anche per una parodia di Don Diego de la Vega, aka Zorro, del Django “senza catene” di Tarantino (nel vestito di velluto rosso indossato da Terry Crews), dell’asino de Lo spaccacuori dei fratelli Farrelly (imprescindibile punto di riferimento della commedia americana).
Insomma, The Ridiculous 6, pur con qualche gag dilungata e allungata, pareggiata però da alcune assolutamente originali, è un film godibile, scorrevole, da vedere senza pensieri.
In merito agli attori, Adam Sandler si ritaglia per sé un personaggio stranamente stitico di sketch, volutamente rinchiuso in un volto bronzeo da finto John Wayne. Senza dubbio la vera sorpresa comica sono Taylor Lautner (il Jacob Black della saga di Twilight) e Jorge Garcia (il ciccione della serie di Lost). Degni di nota anche attori a margine come Danny Trejo, Harvey Keitel e Steve Buscemi.
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