Anno: 1996
Durata: 136'
La trama (con parole mie): quando il Generale Hummel, leggenda dell'esercito in rotta con il Governo a causa dei mancati risarcimenti alle famiglie dei soldati caduti nel corso delle missioni segrete organizzate dai Corpi Speciali, occupa con un commando la prigione di Alcatraz tenendo prigionieri i turisti presenti minacciando di bombardare San Francisco con missili caricati con armi chimiche, vengono chiamati sul posto due veri e propri specialisti che non potrebbero essere più diversi tra loro.
Il primo è Stanley Goodspeed, un biochimico dell'FBI privo di esperienza sul campo ma senza rivali quando si tratta di analisi di materiali utilizzati per attacchi di questo genere, in attesa di sposarsi e con un bimbo in arrivo.
Il secondo un ex detenuto dal passato misterioso, unico - non documentato - ad essere riuscito ad evadere, sopravvivendo, da Alcatraz, che la direzione dell'FBI vede come fumo negli occhi e che ha una figlia che praticamente non conosce proprio a San Francisco, John Patrick Mason.
I due dovranno unire le forze, appianare le divergenze ed affrontare da soli la minaccia.
Preparatevi, perchè sto per spararla grossa: nonostante la mia onoratissima carriera di fan e sostenitore dell'action tamarra senza ritegno, non avevo mai visto The Rock, uno dei capisaldi del genere del periodo paradossalmente più oscuro per lo stesso, gli anni novanta.
Spinto dalla curiosità, dalla voglia di qualcosa che prevedesse esplosioni e battute tipiche da macho e dal recupero dei titoli che ancora mancano all'appello con protagonisti Nicholas Cage e il suo mitico parrucchino, ho deciso di fare un tuffo nei nineties ed affrontare quello che è stato per la generazione di mio fratello l'equivalente di quelli che erano per la mia i vari Die Hard: onestamente, nonostante una confezione ottima, uno Sean Connery in grandissimo spolvero, il classico plot da action senza ritegno, però, devo ammettere di essere rimasto parzialmente deluso dalla visione, che non è riuscita a coinvolgermi quanto avrei voluto, finendo per risultare a tratti addirittura noiosa, molto datata e priva dell'ironia guascona - per quanto ci si diverta - che era prerogativa delle proposte dello stesso genere del decennio precedente.
Non sia mai che critichi selvaggiamente giocattoloni come questo, soprattutto dopo la rivalutazione - quantomeno parziale - operata rispetto a Michael Bay dopo Pain&Gain, ma la visione di The Rock è stato uno dei rari casi in cui mi è parso quasi di poter capire chi di norma e per partito preso osteggia le proposte di questo genere, e di aver intravisto almeno in parte quelli che sono i problemi dei tentativi attuali di ricreare le magiche atmosfere anni ottanta, dalla durata eccessiva ad una quasi spocchia di fondo che pare mostrare ambizioni che prodotti di questo genere dovrebbero sbeffeggiare, invece che coltivare.
Appurato questo, ovviamente, mi sono profondamente goduto i siparietti forniti dalla coppia Cage/Connery, che se in termini di pura tecnica attoriale, messi a confronto, paiono come la merda e la Nutella, in quest'ambito funzionano davvero bene, nonostante i livelli di John McLaine o dei duetti Gibson/Glover in Arma letale siano decisamente su un altro livello: interessante il cast, dalla controversa figura del Generale Hummel di Ed Harris ai comprimari, cui prestano volto molti caratteristi che gli appassionati conoscono bene, da William Forsythe a Steve Morse, passando per Michael Biehn, ottimo il comparto tecnico - anche se le sequenze all'interno di Alcatraz secondo me non valorizzano al massimo la struttura ed il suo fascino - e perfettamente tamarro il crescendo con tanto di finale in cui i cattivi vengono sistemati ed i buoni o quasi buoni riescono a trovare il gentlemen agreement che accontenta tutti e porta a casa il risultato.
Probabilmente, se non fossi stato un vero e proprio veterano del genere avrei finito per esaltarmi molto di più, ma tant'è: The Rock è ormai agli archivi del Saloon, come l'ennesima missione portata a termine, e seppur non esaltante quanto avrei voluto, o sperato, è riuscita a garantire l'intrattenimento che le proposte di questo tipo dovrebbero sempre regalare allo spettatore.
Essendo figlia del decennio più disastrato dell'action, Michael Bay è forse riuscito a fare anche più di quanto fosse possibile: e già questo è un successo, un pò come il riferimento da applausi sul finale a Rocket Man di Elton John, che porta un brano classico e da atmosfere decisamente differenti - lo ricordo, di recente, per il fantastico finale di Californication - ad una dimensione trash che riesce comunque a calzare a pennello.
Certo, non sarà come cenare in un ristorante stellato, ma ogni tanto tutti noi abbiamo un gran bisogno di MacDonald's.
MrFord
"Mars ain't the kind of place to raise your kids
in fact it's cold as hell
and there's no one there to raise them if you did
and all this science I don't understand
it's just my job five days a week
a rocket man, a rocket man."
Elton John - "Rocket man" -