Il vento divino soffia ancora, The Rock'n'Roll Kamikazes portano con sé un’aria nuova, un’aria di cambiamento, i nostri quattro eroi procedono e avanzano su un nuovo sentiero,
con le radici piantate saldamente nel rhythm & blues e nel rock’n’roll, i Kamikazes stanno crescendo, verso l’alto e verso altro.
Dieci nuovi brani più personali, più critici nei confronti del mondo moderno, del suo conformismo e della sua omertà; brani a volte ironici e a volte sofferti, momenti di malinconia e di totale edonismo.
L’incertezza del futuro, ma con la gioia nell’affrontarlo, il rock’n’roll è davvero una cosa molto seria, come diceva Guy Portoghese (1968-2012).
Nel nuovo album “My Town” (Go Down Records-Latlantide) c’è molta verità, è cantato in scozzese, la lingua madre di Andy, anziché in americano – la lingua madre del rock, una sfida personale riuscita,
quella di trovare il pathos e la melodia del blues e del soul nel proprio accento, senza riproporre modelli preconfezionati.
Le chitarre spaziano attraverso sfumature radicalmente diverse, dalla delicatezza del blues al punk più rabbioso, l’utilizzo insolito del dobro, strumento del blues rurale delle origini e qui elettrificato e distorto,
le ritmiche dinamiche e serrate, gli arrangiamenti improvvisati alla perfezione esprimono tutta la ribellione e l’urgenza di una musica che non si arrende all’omologazione e non si rifugia nella testimonianza di un passato idilliaco,
le forme si evolvono, ma lo spirito rimane quello del rock’n’roll.
Il titolo? “My town”, la mia città, la canzone evoca la lotta per salvare Mutonia, la casa della Mutoid Waste Company da più di venti anni e minacciata di sfratto, ma può essere la canzone di lotta di un villaggio di indios o di un paese della Val di Susa, scegliete voi la vostra protesta!
“My town” – da dove vengono davvero i Rock'n'Roll Kamikazes.