La trama (con parole mie):Sara è appena giunta nel campus dell'università, con una rottura dolorosa alle spalle e la voglia di ricominciare da zero.
Feste, qualche sana sbronza, una nuova storia all'orizzonte.
Peccato che la sua compagna di camera, una giovane ricchissima e solitaria, Rebecca, sia una psicopatica con trascorsi di stalking selvaggio che uno alla volta ha intenzione di eliminare tutti gli ostacoli che si frappongono tra lei e l'amicizia morbosa rispetto a Sara. Persone comprese.
La ragazza dovrà quindi difendersi dalle attenzioni sempre più pressanti della supposta amica fino a mettere sul piatto la sua stessa vita.
Il tema del doppelganger è da sempre uno dei più affascinanti tra quelli affrontati dal Cinema: da La donna che visse due volte a Doppia personalità, grandi registi si sono confrontati con una sfida presente già nella letteratura e, senza dubbio, nella nostra Natura sempre in bilico, per dirla alla Malick, tra Grazia ed Istinto.
Purtroppo per me, Julez e gli altri coraggiosi spettatori di The roommate, in questo caso dietro la macchina da presa c'era l'insipido Christian Christiansen - un nome, un programma -, che con piglio sonnacchioso dirige un thriller anonimo come pochi, scialbo ed assolutamente privo di emozioni confezionato per la nuova generazione da smarphone, Facebook ed Mtv come poche volte si è visto fare peggio.
Se, da un certo punto di vista, una vicenda simile può addirittura essere prevista ed incontrata nella realtà, come di consueto per pellicole di questo genere la logica spesso e volentieri decide di prendersi una lunga vacanza, soprattutto quando la vicenda assume connotati quasi horror e l'escalation - sempre telefonatissimo - della violenza esplode per agevolare un finale spesso e volentieri risaputo.
Nello specifico, appare molto più disturbante all'occhio dello spettatore la scena in cui Rebecca si fora i lobi - anche se sfido chiunque a trovare una ventenne senza almeno un buco per orecchio - soltanto perchè Sara ha deciso di presarle un paio di orecchini rispetto ai tentati omicidi del finale: il problema di registi come Christiansen è la mancanza di polso rispetto all'evoluzione della storia narrata, in questo caso resa ancora più banale e "twilightiana" dai terribili siparietti teen disseminati una scena dopo l'altra e dalla presenza dell'inutile Cam Gigandet, che ricorderanno tutti - e soprattutto tutte - le fan della saga di Bella e soci.
Certo, si potrebbe obiettare allo script anche il fatto che una psicopatica dichiarata con tanto di pilloline del caso prescritte non sia seguita da genitori e medici e soprattutto venga spedita a vivere in un campus con tanto di compagna di stanza, ma non vogliamo essere troppo cattivi ed infierire su un film ed un regista che hanno davvero da dire poco a qualsiasi tipo di pubblico: in fondo, un lavoro di questo tipo sarebbe quasi da considerare innocuo, tanto banale, piatto ed insipido risulta alla visione.
L'unico suo pregio potrebbe essere che risulta talmente banale, piatto ed insipido da non fare neppure lontanamente uscire le bottiglie dal fodero, e soprattutto, da giustificare un post scritto, fondamentalmente, come un sacco vuoto ripieno di tante parole scritte giusto per non riassumere in due righe il concetto di base: The roommate è completamente, inesorabilmente inutile.
Certo, potrei risparmiarvi la noia ed optare per una soluzione di questo tipo: ma io me lo sono sparato, quindi mi pare giusto che, in qualche misura, soffriate un pò anche voi, coraggiosi esploratori di post che siete giunti fino a qui.
Bravi.
Quasi quasi vi offro un Free drink.
Basta che non scegliate un film come questo.
MrFord
"If you reason, don't you know
your own preoccupation is where you'll go
I think I'm being followed, I look around
it's only my shadow creepin' on the ground."
The Offspring - "Gotta get away" -