cast: Suranne Jones – Tom Ellis – David Warner – Douglas Henshall – Sarah Smart – Olivia Cooke – Iain de Caestecker – Bill Miner
regia: James Haerne
soggetto: tratto dall’omonimo romanzo di James Herbert
sceneggiatura: Joe Haearne
musica: Dan Jones
durata: tre episodi di 58 min.
INEDITO
A volte basta poco per rovinare tutto. Un attimo di distrazione, un momento di stanchezza e tutto va a rotoli e la tua vita si trasforma in un inferno. Il piccolo Cam è scomparso, per “colpa” della madre Eve (Suranne Jones) ed il dolore strazia la coscienza della donna e rischia di sgretolare il legame familiare. Dopo undici mesi la donna non riesce ancora a rassegnarsi così Gabe (Tom Ellis), il capofamiglia, accetta una proposta di lavoro nel nord dell’Inghilterra per allontanarsi con moglie e figlie (Loren e Cally) da Londra, nella speranza di un nuovo inizio per la sua famiglia.
Detto fatto i Caleigh si trasferiscono a Crickley Hall, un enorme maniero affittato per poche sterline custodito dal vecchio e malinconico guardiano Judd ed evitato dal resto degli abitanti del villaggio vicino perché teatro di una orribile disgrazia causata (apparentemente) durante l’alluvione del 1943.
Eve comincia ad avvertire presenze che aleggiano nella casa; anime di fanciulli tormentate e spaventate che sembra le chiedano aiuto ed estorcendo informazioni a Judd (David Warner), la donna viene a sapere che al tempo della tragedia il maniero ospitava un orfanotrofio gestito da August e Magda Cribben (Douglas Henshall e Sarah Smart), fratello e sorella che definire ambigui sarebbe limitativo.
La donna percepisce realmente echi soprannaturali del passato o il senso di colpa ed il dolore la stanno trascinando nella follia?
Qual’è il segreto di Crickley Hall?
Nonostante lo sceneggiato viaggi su due binari paralleli (il dramma della famiglia Caleigh ai giorni nostri e gli accadimenti dell’orfanotrofio nel 1943), offrendo molti spunti creativi, la storia non riesce a decollare, né a costruire un minimo di suspense nell’intreccio narrativo; questo a causa di una regia priva di iniziativa che si limita a seguire una trama già soporifera sulla carta e senza neanche tentare di dare spessore a personaggi dal buon potenziale (in primis un David Warner appiattito all’estremo).
Un prodotto senza infamia né lode, da vedere quando non si ha proprio niente di meglio da fare.
Archiviato in:CINEMA, INEDITI, TV Tagged: casa dolce casa, miniserie, mistery,, presenze