Una rete sociale (in inglese social network) consiste di un qualsiasi gruppo di persone connesse tra loro da diversi legami sociali, che vanno dalla conoscenza casuale, ai rapporti di lavoro, ai vincoli familiari. (Tratto da wikipedia)
Di questo a ben guardare è fatta la nostra società, nel bene e nel male. L’ultima inquadratura di The social network, bellissimo film su Facebook, sul suo creatore, sul sogno e il suo salato prezzo, ci regala l’esatta proporzione delle nostre identità. Istantanea livida e terrificante di una società che viviamo e calpestiamo, aggirandoci per il pianeta senza apparente direzione. Fincher da autore intelligente ed attento qual è (quasi sempre, fingiamo di non ricordarci di Uomini che odiano le donne), costruisce una parabola su di un uomo e sulla sua idea, prendendolo ad esempio per un affresco ben più grande, più imponente e totale. Ossessionati dall’apparire e troppo indaffarati per essere, i fruitori di Facebook siamo tutti noi e come tutti, anche noi ci riconosciamo nelle sue impostazioni: Profilo, Bacheca, Amici. Disperatamente alla ricerca di un’identità e di un modo per farci accettare, veniamo costantemente messi a nudo dalla rete e dalla sua schiacciante e nuda ipocrisia. Condividendo opinioni a volte ridicole e foto spesso imbarazzanti, cercando amici e scambiandoci emoticon, non facciamo altro che inviare costanti ed insistenti messaggi di aiuto, nel disperato tentativo che i nostri “amici” riescano finalmente a rilevare la nostra posizione sulla mappa geografica dei loro impegni, affermando almeno per lo spazio di un tag, la nostra identità. The social network sembra raccontare proprio questo, la storia di un uomo, ma sarebbe più corretto dire un ragazzo, alla disperata e continua ricerca di qualcosa, forse di se stesso. A partire dal titolo, estremamente chiaro nelle intenzioni, il film mostra i limiti di una società paradossalmente costruita sulla comunicazione e sulla negazione di essa. Incantata e sommersa, strangolata e schiacciata, l’immagine che rimanda lo specchio è sempre e comunque la nostra, nostre sono le contraddizioni (indignati sulla questione privacy, ma pronti a spiattellare in rete qualsiasi informazione personale ci riguardi), nostri i sogni di fama, visibilità e gloria e nostri i patetici ed inconfessabili desiderata, quali essere accettati e poter finalmente dire di appartenere ad un gruppo. The Social Network parla di noi, delle nostre debolezze e delle nostre contraddizioni, come società, come uomini e come donne. Forse, c’è da averne paura.