E’ il 4 Novembre 2012, Jim Messina, capo dello staff presidenziale di Obama, pubblica su sito barackobama.com il primo spot elettorale per la corsa di Barack alle presidenziali USA del 2012 e segna ufficialmente l’inizio della campagna elettorale statunitense.
Siete riusciti a capire cosa vuole quel signore di colore che parla alla folla?
Quando guardate uno spot, di qualunque genere, potete facilmente distinguere 3 aspetti fondamentali che ne determinano la sua riuscita o il suo insuccesso: le immagini, le parole e la musica.
Cosa succede se per un motivo o un altro viene a mancare una delle 3 componenti?
Può succedere infatti che siate in ufficio e non possiate ascoltare l’audio di un video, o che lo stiate guardando in streaming e la qualità delle immagini non sia ottimale, o ancora, come in questo caso, che la lingua dello spot sia diversa dalla vostra e magari non siate riusciti a cogliere il significato delle parole di Obama.
Se avete visto, e ascoltato, il video messaggio di Obama sono sicuro che anche chi bisticcia con l’inglese sia riuscito ad emozionarsi e a percepire il senso di “gratitudine”, di “sfida” e di “speranza” trasmesso dalle immagini e dalla colonna sonora di supporto.
Pensate che questo, che è il primo spot elettorale per la nuova campagna presidenziale, è in realtà il discorso del 4 Novembre 2008 che Obama pronunciò a Chicago subito dopo essere stato eletto Presidente.
“I will never forget who this truly victory belongs to, it belongs to you”, così iniziò il suo speech il neo presidente, e così ha voluto reiniziare ora, a 3 anni di distanza, per dare un segnale di continuità e per riprendere il feeling con il suo elettorato che la crisi finanziaria sembra aver messo in pericolo.
L’ America ha infatti attraversato una delle più grandi crisi finanziarie della sua storia e probabilmente ne deve ancora uscire, non sarà facile farsi rieleggere per Barack Obama, ma in quanto a Comunicare parte già in vantaggio rispetto a tutti i suoi avversari.
Per dirla con le parole di Obama: “America, we have come so far. We have seen so much. But there is so much more to do”.