La mia visuale dal portico della cassa di Justyna
Oggi nel mio angolo di Polonia piove. Quando ho cominciato le mie peregrinazioni al di là dell'Odra accoglievo le giornate piovose con grande disappunto: mi sembrava che fosse tempo sottratto alle vacanze, alle passeggiate, a qualcos'altro di più importante. Col tempo mi sono reso conto che questa mentalità da impiegatuccio in villeggiatura a Riccione era del tutto fuori luogo. Una giornata di pioggia in questa campagna può essere un'esperienza che rimette in pace col mondo. Me ne sto seduto sui gradini d'ingresso, al coperto, e fumo la mia pipa. L'aroma del tabacco risuona in maniera inaspettata con l'odore dell'erba bagnata e il fumo ristagna pigramente nell'aria umida. Rimango in ascolto dei mille suoni diversi che le gocce di pioggia producono battendo sulle foglie del melo e su quelle del nocciolo, sul tetto di lamiera della piccionaia, sul terreno zuppo. Mi guardo intorno e mi vedo circondato da una sinfonia di verdi brillanti che nessun quadro, nessuna foto potranno mai sperare di riprodurre adeguatamente.E in questa calma fuori dal tempo tutto ritrova il proprio posto. Passano due ore e sembrano due minuti. E poi un po' per volta la luce diventa più intensa, il grigio compatto del cielo si squarcia e lascia intravedere l'incredibile azzurro del cielo polacco d'estate.
Che è a sua volta uno spettacolo meraviglioso, ma che in questo contesto sembra quasi rompere un incantesimo.
Ecco, dopo quasi vent'anni di frequentazioni di questo posto direi che una possibile definizione della campagna polacca potrebbe essere questa: un posto in cui avere nostalgia della pioggia.