E' una cartolina del passato quella che ci ritroviamo fra le mani. Una di quelle cartoline che ci ricordavamo di avere una volta ma che avevamo messo in un baule tanto tempo fa e chissà poi in quale angolo della cantina era finita. Ogni tanto ci tornava in mente: una cartolina, ne più ne meno, che avevamo sullo specchio in camera, o in un libro, un diario, o sul muro, che ci faceva sorridere o piangere a seconda dei momenti, gentile o malinconica, dai toni pastello che ci si perdeva un pò guardandola. Poi l'abbiamo mssa via. Ha lasciato il posto magari a cose più sgargianti, vivide, brillanti o perchè no, ad altre immagini, ritagli, pezzi di carta che hanno finito per coprirlo quello specchio, o per riempire quel diario o quel muro, ma non la memoria.
E la Matinée Recordings ci invita a riaprirlo quel baule, con il modo di fare aggraziato che da sempre contraddistingue questa magnifica etichetta discografica. Sembra che ci dicano: "Te la ritroviamo noi quella cartolina, ci mettiamo noi a cercare per te, perchè il passato merita la tua (nostra) attenzione, perchè quella dolcezza, quel sorriso, quel cuore che batteva forte non può e non deve essere dimenticato". La raccolta degli Sugargliders mi immagino sia nata così, per riportare alla luce quell' immagine, perchè adesso è il momento di fermarsi e guardare indietro.
Il sogno di due fratelli australiani: Joel and Josh Meadows, che negli anni '90 colpivano i nostri sentimenti con linee pulite di chitarra, ritmiche dolcemente ballabili e testi chiari e toccanti. Nuovi gruppi, nuovi suoni, nuove sensazioni: tutto è mutevole e in divenire, certo. Ci capita e ci capiterà spessissimo di essere rapiti da qualcosa in particolare per un pò, ma quello che la Sarah Records ha fatto non potrà mai essere cancellato dalla memoria di noi appassionati e chi, come la Matinèe, svolge questo certosino lavoro di recupero, beh, non può che meritare tutta la nostra ammirazione. Anche in questo caso, "A Nest With A View 1990-1994" racchiude canzoni e gemme pop prese dalla discografia degli Sugargliders, sparse in origine in 7" oggi di difficilissma, se non impossibile, reperibilità.
20 brani, che non sai neanche nominare quale sia il più bello perchè ogni canzone vive, splende e consuma calore e sentimenti in egual misura. Io non riesco a smettere di sentire Sway, chitarra, armonica e voce, con quella coda così rumorosa e poi Will We Ever Learn? che sembra una cosa uscita dalla penna di primordiali Smiths, ma mi accorgo di citare queste due canzoni giusto perchè non voglio eleggere a mia preferita 90 Days of Moths and Rust che spinge letteralmente alle lacrime come solo l' East River Pipe più ispirato potrebbe fare.
Sono sicuro che ogni ascoltatore di questa raccolta avrà il suo pezzo del cuore e ritroverà in questi brani, tutti rimasterizzati, prima o poi quella cartolina tralasciata, ma che ancora era così vivida, per riscoprirla indispensabile, come l'ossigeno. Ma non lo è, anche se produce lo stesso effetto, è pop, vero e semplice. E' POP.
Tracklist:
01. Ahprahran
02. 90 Days of Moths and Rust
03. Seventeen
04. Trumpet Play
05. Reinventing Penicillin
06. Letter from a Lifeboat
07. Yr Jacket
08. Fruitloopin'
09. Unkind
10. Give Me Some Confidence
11. Police Me
12. Aloha Street
13. Will We Ever Learn?
14. Beloved
15. Corn Circles
16. What We Had Hoped
17. Everybody Supermarket
18. Another Faux Pas
19. Sway
20. Top 40 Sculpture