Quando si pensa all’animazione giapponese la mente sembra andare immediatamente ad Hayao Miyazaki e al suo celebre Studio Ghibli. Tuttavia, sarebbe bene tenere a mente, soprattutto per noi occidentali, che il grande Hayao non era da solo nell’atto di fondazione di quello che sarebbe diventato il più importante studio cinematografico d’animazione giapponese. Accanto a lui, infatti, c’eraun altrettanto talentuoso regista e animatore: Isao Takahata, classe 1935. Takahata, oltre a produrre alcuni importanti opere di Miyazaki, come “Nausicaa nella valle del vento” e “Laputa-Castello nel cielo”, ha firmato la regia di Heidi e Anna dai capelli rossi, serie animate che ormai risiedono nei ricordi d’infanzia di svariate generazioni e di ben 5 lungometraggi dello Studio Ghibli. Il più famoso tra questi è sicuramente “Una tomba per le lucciole” che, uscito nel 1988 insieme a “Il mio vicino Totoro” del collega Hayao, contribuì a delineare una delle vette più alte dell’intera produzione nata dal sodalizio dei due registi.Nella mia esperienza di spettatore credo di non aver mai visto un film d’animazione (e non solo), sul dolore e la tragedia portata dalla guerra tanto straziante e intenso quanto “Una tomba per le lucciole”. La tragica storia di due bambini, due fratelli, che cercano di sopravvivere in una Kobe messa i ginocchio dalla seconda guerra mondiale. Un pugno nello stomaco di un realismo coinvolgente, lontanissimo dalla fiabesca e sognate poetica di Miyazaki, eppure così efficace nell’utilizzo di questo medium. Un capolavoro con cui confrontarsi obbligatoriamente, con la certezza di non poterne uscire illesi.Dopo il film appena citato, “Only Yesterday” del ’91 (non distribuito in italia), “Pom Poko” del ’94 e“My NeighborsYamada” del ‘99 (non distribuito in Italia), Takahata è tornato alla regia nel 2013 con nuovo film d’animazione intitolato “The tale of princess Kaguya” (Kaguya-hime no monogatari), uscito in Giappone lo scorso 23 novembre.
La pellicola è basata sull’omonimo racconto popolare giapponese, considerato il più antico esempio di narrativa del Paese. La storia racconta la vicenda di un intagliatore di bambù che un giorno trova una bimba, grande come un pollice, all’interno di una canna di bambù. Egli la adotta, dandole il nome di Kaguya. La bambina cresce felice e diventa una donna bellissima attirando principi da tutto lo stato e facendo innamorare perfino l’imperatore. Tuttavia, un giorno, ella confesserà di non essere una terrestre ma di provenire dalla Luna dove è destinata a ritornare, nonostante l’opposizione dell’imperatore e il dolore dei suoi genitori adottivi.“The tales of princess Kaguya” è stato accolto con entusiasmo alla sua uscita in patria e ora è pronto per sbarcare anche in Europa. Infatti, Isaho Takahata presenterà la sua ultima opera alla prossima edizione del Festival Internazionale del Cinema di Cannes, in programma dal 14 al 25 Maggio.Dopo “Si alza il vento” di Miyazaki, “The tales of princess Kaguya” segna un ennesimo ritorno alla regia di uno dei più grandi maestri dell’animazione giapponese e mondiale. La mia curiosità di vedere quest’opera è ovviamente altissima, anche se, purtroppo, credo che sarà difficile che arrivi nei cinema italiani, almeno nel breve periodo.