Quello che colpisce subito di The Tibetan Dog è la maestosità dell’ambientazione, la profondità dei fondali e la fluidità delle animazioni: componenti che esaltano gli spazi degli altipiani del Tibet, dove si svolge il film.
Co-prodotto con la Cina (cosa rara), il film rispecchia il pragmatismo Cinese, più che l’idealismo Giapponese. Pragmatismo rappresentato dalla figura del padre, che ha abbandonato la moglie morente per andare a svolgere la sua attività di medico/veterinario in Tibet.
Di tutt’altra natura il personaggio di Tenzing: un dolce bambino che fa amicizia con un enorme mastino Tibetano.
La regia di Masayuki Kojima (Monster) è essenziale, mentre la sceneggiatura risulta un po’ debole, ma adatta alla semplicità generale della storia.
In definitiva: The Tibetan Dog riesce ad emozionare con pochi elementi ben calibrati ed una buona storia d’amicizia e perdono.
Il film è stato presentato in concorso al Festival di Annecy 2011.