Da lunedì 24 al CineAlba
“Tra poco arriva… deve arrivare per forza…”
Ma facciamo un passo indietro. Florian Henckel von Donnersmarck è il premio Oscar per Le Vite degli altri, quel film sulle intercettazioni ambientato nella Germania Est comunista. Non sorprende dunque che l’unica scena più o meno riuscita del film si basi proprio sull’ascolto, sulla sorveglianza visiva e sonora. Il celebrato lavoro di von Donnersmarck era un film cupo, sotterraneo, cerebrale. Al regista teutonico dunque non sarà sembrato vero trovarsi di fronte a una sceneggiatura semplice, solare e sbarazzina. Qui però iniziano i problemi. The Tourist sembra una specie di spy story: A insegue B nella speranza che B lo porti da C, nella formula più lineare possibile. C’è una piccola variazione nel senso che C non sembra essere il vero bersaglio, ma poco importa. Il problema consiste nel linguaggio, un linguaggio da commedia mal riuscita che anziché intrattenere si trasforma presto in un passatempo fine a se stesso.
In altre parole, di carne ce n’è davvero poca, immersa in un mare d’acqua. Acqua veneziana ovviamente, malsana e ripresa fino allo sfinimento in una girandola di fashion e glamour, mescolata con tante glorie del cinema nostrano riprese nei camei più disparati (disperati?). Da un Neri Marcoré nel ruolo di concierge fino a un insolito Christian De Sica noir, ispettore di polizia.
Quello che resta sono un’Angelina Jolie addobbata di abiti e gioielli come una qualunque maliarda da televendita e uno spaesato Johnny Depp, ripreso a piedi nudi sui tetti di Venezia in una brutta imitazione di Jack Sparrow. Il resto è un cinepanettone modaiolo in cui il criminale per eccellenza si rivela, nel telefonatissimo finale, una bella persona per cui tutto è perdonabile. Quello che davvero non è perdonabile è questo stesso film, sbagliato dall’inizio alla fine, nonostante un brevissimo dialogo nel treno, di poco al di sopra della media.