Charlestown è "the town", il quartiere di Boston con il più alto tasso di criminalità in America, un posto dove, praticamente, se tu non sei un delinquente, lo è tuo fratello. E infatti, manco a parlarne, nel film, che è un noir con rapine, inseguimenti, camuffamenti, tradimenti, amori finti ma veri, amori veri ma finti, sono tutti uniti da legami familiari o amicali strettissimi e come al solito vorrebbero andar via ma non possono. Rispetto a Gone Baby Gone, però, Affleck non trova lo sguardo e il passo giusti, si fa prendere dall'intreccio, dai toni decadenti del solito disfattismo del noir e così finisce per soffocare il ritratto ambientale che vorrebbe far emergere. C'è la dannazione, c'è la violenza, c'è la colpa, c'è la redenzione, c'è lo sguardo fuori campo che fa sempre tanto pensare, c'è tutto quello ti aspetti e niente che lo giustifichi veramente.
Nell'altro film c'era soprattutto il ritratto di un mondo indipendente e libero nonostante la povertà e la delinquenza, c'era un elogio credibile della diversità e dell'integrità morale al di fuori dei soliti itinerari del potere e della legge. Qui, invece, nonostante la cornice del noir, c'è solo la voglia di raccontare una storia morale, con la trama che si porta via tutto quanto e che trasforma un potenziale e potente ritratto d'ambiente in una copia sbiadita di Heat - La sfida.
In America è stato un campione d'incassi e presumibilmente anche qui farà i suoi bei soldoni: se andate a vederlo non buttate via i soldi, anzi, ma forse questa volta era lecito aspettarsi qualcosa in più. In fondo è piacevole pensare che uno con la mascella e le spalle da manzo che si ritrova Ben Affleck possa anche essere intelligente e talentuoso.