The Velvet Underground and Nico (il Banana album)

Creato il 29 novembre 2012 da Hydepank

Un capolavoro

The Velvet Underground and Nico, ovvero l’album che tutti inseriscono tra i più influenti della storia del rock anche se nessuno sa come s’intitola (lo chiamano tutti banana album) e sembra che nessuno l’abbia comprato quand’è uscito. A pensarci bene è normale che nessuno l’abbia comprato: nel 1967 un disco che parla di sesso estremo e di droga non era proprio l’ideale per le radio. Se poi ci si aggiungono una serie di problemi e di errori della casa discografica il gioco è fatto. Il banana album è un disco molto amato dai pubblicitari. E ti credo. E’ fatto per essere elitario, scritto da Lou Reed, sottoposto da adolescente a un elettroshock per curarne le tendenze omosessuali (aiuto), insieme al genio pazzo della viola John Cale, cantato in parte anche da Nico, musa di Warhol che del gruppo era manager, è la memoria sonora dell’Exploding Plastic Inevitable, il carrozzone multimediale di Warhol che girava per gli USA tra il 1966 e il 1967, unendo alla musica il cinema, la danza e le arti visuali. Era un disco che quando lo tiravi fuori gli amici ti chiedevano: ma che musica te senti? Ma metti i Pink Floyd… non si poteva tirare fuori alle feste, proprio no. Né aiutava con le ragazze: faceva sfigato collezionare dischi, meglio suonare. Tutti i gruppi rock iniziavano a suonare per via delle ragazze. Ma non i Velvet Underground, il che ritornava poi quando li ascoltavi. Questi erano lì per l’arte, appresso al loro guru matto. Entrare nel merito dei contenuti del disco? Peggio mi sento, le tipe non avrebbero capito l’interesse morboso per i leccatori di stivali, gli eroinomani, le femmine fatali cantate da un poeta allucinato per una star frocia della pop art al suono scandito da un profugo della musica classica, al ritmo battuto da una ragazzina e cantato da una donna algida e distante. Dopo 45 anni il suono è ancora eccitante, il disco mantiene vitalità, è attuale. La copertina si può esporre in casa, incorniciare, usare impropriamente in mille modi. Chissà chi ha avuto la fortuna di tenersi quella con la banana sbucciabile e l’interno rosa… Insomma, poi costa due soldi, gnamo, lasciamo stare sto peer to peer, su. Che adesso alle ragazze piace, ma mettetelo su e non parlate di Lou Reed. Meglio preparare lo spritz con i salatini.

femme fatale


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