The walking dead – Giorni perduti

Creato il 08 aprile 2013 da Narratore @Narratore74

La terza serie è terminata… a detta di molti, meno male!
Ma non voglio parlarvi del serial, su quello ci sono già troppe persone che spendono parole. Questo articolo era già apparso sul vecchio blog, assieme ad altre tre recensioni, e prendono in esame l’opera da cui la serie è stata tratta. Quel fumetto che in tanti osannano e paragonano, a torto, al serial.

Quindi da oggi, e ogni prossima settimana, vi aggiornerò su un nuovo volume di questo fumetto, cercando di mostrarvi i punti di forza e le pecche di questa opera.
Mettetevi comodi, il viaggio sta per iniziare e sarà costellato di sangue, carne in decomposizione e zombie.
Tanti zombie!

Innanzitutto mi sembra giusto spendere un paio di parole sui creatori di questa serie.
Robert Kirkman e Tony Moore hanno fatto davvero un ottimo lavoro, impegnandosi a fondo per ricreare quell’atmosfera tipica del mondo degli zombie, attingendo a piene mani da quel carnet di immagini che ormai tutti abbiamo assimilato dopo anni di cinema e tv.
Lo scopo principale di Kirkman, però, non consiste nel mostrare il mostro, il morto vivente. No, quelli servono solo a creare le basi su cui poi si muoveranno i personaggi, a delineare quei confini invisibili e a dettare nuova legge in un mondo che sembra non voler più la vita.
E c’è riuscito!

Lungo una corposa introduzione, Kirkman ci espone il suo punto di vista, quello che lo ha spinto a gettarsi in quella che, a ragion veduta, si è rivelata una perfetta intuizione. come dice lui stesso, lo scopo non è spaventarvi, ma raccontare la vita di un gruppo di persone, nel particolar modo di Rick Grimes, il protagonista che funge da filtro per gli eventi.
I disegni di Moore in questo aiutano, riuscendo spesso a creare un pathos giusto, mai scontato e reale.

Volume 1
Giorni perduti

Attenzione – Contiene Spoiler

Quando Rick, sceriffo del Kenthucky, si sveglia, all’ospedale, dopo essere stato colpito durante un’azione di polizia, scopre che il mondo è cambiato. Ovunque regna l’orrore, la morte e la violenza.
Interi quartieri sono ridotti a zone di guerra e strane creature si aggirano per le case e le strade.
Capisce che deve fare qualcosa e il primo pensiero va alla sua famiglia. Sua moglie Lori e il figlio Carl sembrano spariti, partiti forse diretti ad Atlanta dove viveva la famiglia di lei. Dopo aver viaggiato giorni, finalmente Rick arriva ad Atlanta ma quello che trova è una città morta. Le strade ribollono di morti viventi e solo grazie all’aiuto di Gleen riesce a salvarsi e il destino vuole che sia lui a fargli incontrare di nuovo la famiglia perduta.
Che dire? La storia regge, quasi del tutto simile a quella dei primi episodi della serie televisiva, e in poche pagine riusciamo già a immedesimarci con Rick, con la sua disperazione e la volontà che sente di riabbracciare i suoi cari. Quando arriva all’accampamento dove hanno trovato rifugio ci sembra di assistere ad un miracolo, con volti in lacrime e sguardi increduli.
Così ha inizio una storia che promette molto bene e già ci ofre uno scorcio di quello che sarà in futuro.
Lo stile grafico, opera di quel Moore che citavo all’inizio, è particolare, diverso da quello a cui sono abituato normalmente. La cosa che più apprezzo è la colorazione in bianco e nero. Inchiostrature leggere, cupe quando serve che l’attenzione ricada su determinati particolari o è necessario che l’aria diventi più pesante. Gli zombie sono perfetti, reali, quasi riusciamo a sentire il fetore della loro decomposizione.
Stessa attenzione ai personaggi, soprattutto quelli protagonisti delle varie scene.
Il tratto è pulito, non troppo ricamato, a volte si ha la sensazione che sia volutamente tralasciato, come se anche questo facesse parte della psicologia di quest’opera. Un sistema, quello di mantenere a fuoco ciò che è in primo piano e sfumare quello che fa solo da contorno, che ci consente di addentrarci nelle scene, viverle, come se fossimo lì insieme ai personaggi.
Insomma, un gran bel lavoro che mi spinge a continuare la lettura.

Kirkman dichiara, in questo primo volume, di avere materiale per andare avanti all’incirca 75 numeri, ma che dopo non intenderà certo fermarsi. Per sua stessa ammissione sappiamo che il finale non è scritto, ancora non esiste, quindi possiamo aspettarci di tutto, anche che nell’ultima tavola gli zombie divorino fino all’ultimo sopravvissuto rimanendo gli unici padroni del mondo.
Per concludere, ritengo che questa serie meriti più di un’occhiata, viste le continue riflessioni che porta a farsi e le sfaccettature che stanno dietro i singoli eventi. La trama è di quelle solide, che ti dicono: ehi, stai attento che appena volti pagina potrebbe accadere l’impossibile!, e questo è solo un bene, finché dura:
Una nota stonata è forse il prezzo: 12,50 per volume non sono pochi, anche se si tratta di quasi 130 pagine di fumetto. Però l’edizione è di quelle ottime, con carta buonissima e cover colorate e accattivanti.
Insomma, per il momento quest’avventura andrà avanti. In futuro, se la serie dovesse perdere d’intensità, non è detto che non l’abbandoni ma per allora potremmo essere tutti in fuga da orde di morti che camminano e bramano la nostra carne…


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