The Walking Dead – stagione 2 (ep. 12)

Creato il 13 marzo 2012 da Elgraeco @HellGraeco

[Contiene anticipazioni a pioggia]

Mi sovviene Marsellus Wallace: “Penso che, quando tutta questa merdata sarà finita… penso che ti ritroverai un figlio di put***a sorridente”.
Ecco, mi sento proprio come Butch/Bruce Willis, che si becca l’arringa di Marsellus, cerotto sulle pieghe del collo, che l’ammaestra sulle virtù dell’invecchiamento del culo/vino. E penso che alla fine di questa baraonda, The Walking Dead, aka Centrovetrine of the Dead, la serie più sopravvalutata della storia della televisione perché “è stata la prima e quindi bisogna perdonare e andare avanti e vedere ciò che di buono è stato fatto”, mi ritroverò felice come un bambino, se nel frattempo un coccolone non mi avrà steso, per le risate, perché il prossimo episodio, il finale, si preannuncia scoppiettante come pochi, una specie di riedizione, molto cool e inappropriata, de La Notte dei Morti Viventi (a’ Romè, ma che cazzo hai combinato?), perché si sa, ci si gira, intorno allo zombie, ma si paga pedaggio, fin dal 1968 solo a una persona: Zio George. Facendo due+due, la prossima puntata vedrà il gruppo asserragliato nella villa, nella quale si sono opportunamente trasferiti, preda di un centinaio di zombie che fino a questo momento sono restati a pascolare nel bosco.
Mi diverte persino la logica di cui sopra, tra virgolette, che poi è la medesima alla quale si può imputare lo scatafascio delle scuole italiane, vedere ciò che di buono (pochissimo) è stato fatto e perdonare (meglio “non vedere”) le merdate.
Ok, se vi va di prenderla così, non ci posso far nulla. Però posso continuare a scrivere, per chi ha voglia di seguirmi.
Puntata numero 12, penultima, intitolata “Better Angels”, se riuscite a sopravvivere all’elaborazione del lutto condita con un’abbondante spruzzata di retorica: “lui era migliore di noi perché diceva sempre quello che pensava” e bla bla bla, possiamo incominciare.

***

L’ho scritto in quasi ogni articolo dedicato a questo telefilm: la sceneggiatura non esiste. Si va avanti col tiro dei dadi e la tabella delle eventualità. I personaggi non solo compiono movimenti random, ma anche dialoghi. Non c’è un motivo uno, tanto per dire, che giustifichi le azioni di tutti i personaggi in questo episodio.
Glenn, dopo essere stato adottato dal Veterinario, che gli ha donato l’orologio d’oro con l’immancabile discorsetto paternalistico, fatto a uso e consumo dei cinesi che si son comprati Gli Stati Uniti, che gli immigrati con gli occhi a mandorla hanno costruito questo paese, in questa puntata rifiuta ogni contatto umano con la sua amante, Maggie, sulla base del “non lo so”.
Il lutto di Dale viene sbrigato in quattro e quattr’otto nei primi due minuti, con la predica soporifera di Rick e facendo partire il camper, il cui motore s’avvia, magicamente, dopo il pippotto su “quanto se volevamo bene cor vecchio”. Certo, certo, tutto molto bello e innovativo.
Specialmente quando Le Sorelle McLeod mettono in piedi drammoni familiari, con tanto di apparizioni ed esaurimenti nervosi che levati, il tortino con gli zombie se lo mangiano in un solo pomeriggio assolato australiano. Sì, avete capito bene, Le Sorelle McLeod sono più profonde di questa psicologia spiccia zombesca.

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Ora, tra tutti i dialoghi senza senso e gli atteggiamenti dettati dal “perché è così”, il non plus ultra è costituito da Sceim che tiene banco per tutto l’episodio, operando una serie di scelte una più folle dell’altra, senza alcuna ragione.
Vogliamo dire che la causa scatenante di tutto ciò sia l’ennesima, definitiva, incomprensione con l’inutile Lori? Ok, crediamoci, perché da quel momento, non si capisce più nulla.
Il bambino ormai è allo sbando, però devo dire che la scena del granaio, tra Rick e Carl, col primo che dichiara la sua incapacità a fare il padre e col bambino che capisce di dover crescere e subito, è ben fatta, specialmente il punto in cui il padre consegna al figlio la pistola (rubata a Daryl, ndr. Vabbé, dettagli… ^^’): una cosa che non si vede spesso e che ha una logica. Ecco, questo è quanto, poi inizia lo Shane-show.
Costui dà vita a un machiavellico piano per, credo, portarsi Rick nella radura, lontano da occhi indiscreti e sostituirlo non solo alla guida del gruppo, ma anche come marito e padre. Per farlo mostra tutta la sua idiozia, libera il prigioniero, dopo essersi preso a schiaffi sulla testa (momento LOL), ma rimette il lucchetto alla porta. Lo va ad ammazzare nel bosco e dopo aver dato una craniata contro un albero, ritorna, nascondendo la pistola (quando è in PIENA VISTA da parte degli altri del gruppo) sostenendo che lo stesso l’abbia colpito e sia fuggito. Una sola domanda: perché cazzo ti trovavi lì, Shane, quando a essere incaricato di prelevare il prigioniero è stato T-Dog? Ma lì per lì, ‘sta cosa non passa per la mente a nessuno. D’altronde, che vi aspettavate?

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La luna di TWD è almeno il doppio di quella normale, cosa che, a medesima distanza, la farebbe precipitare sulla terra. Moriremmo tutti. E sotto questa splendida luna posticcia, c’è il confronto finale tra Rick e Sceim, oramai fuori di testa, con tutta la solita solfa moralistica: “Chiamalo col suo nome: omicidio!” e ancora, “Non sono stato io, mi hai costretto tu!” e bla bla bla, perché lo spettatore deve essere guidato, non lo capisce da solo, il regolamento di conti, e soprattutto non riesce a giudicarlo da solo. Loro hanno deciso che il pubblico deve parteggiare per Rick. Punto.
Ma c’è il tempo per la rivelazione finale: chiunque muoia, se non gli si stronca la testa, risorge come un morto vivente, i morsi non sono l’unica causa apparente.
Sceim/zombie sembra Rezzonico del “potevo rimanere offeso”, in una interpretazione che gli varrà il contro-grammy di Mtv, ci scommetto.
E a quel punto, se scatena il dramma, tutti gli zombie della terra stanno nel bosco, contraddicendo, per l’ennesima volta, l’idea che vuole gli zombie ripetere ciò che facevano in vita: questi vagano come mandrie, stanno chiusi in ospedali da cui vengono fatti uscire a colpi di chiavi inglesi, occupano parcheggi oppure se ne stanno nel bosco, a godersi un po’ d’ombra. Senza logica, stanno lì dove serve (agli sceneggiatori).
Alla prossima.

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