Il 30 Novembre sembra un giorno particolarmente caro alla Storia dell’uomo. I più “Letterati” potrebbero dire che il 30 Novembre ha visto il decesso dell’immortale Oscar Wilde, per esempio, grande icona dell’Era Vittoriana e del Decadentismo Inglese. Ma chi non è particolarmente ferrato con la Letteratura ed è dotato di un paio d’anni più di me lo sa benissimo: il 30 Novembre 1979 è arrivato il Vinile di The Wall, da molti definito intramontabile opera d’Arte e pezzo di Storia della Musica insieme.
Una delle critiche maggiori poste all’industria della Musica contemporanea è senza dubbio la sua tendenza a cercare un gusto sempre più commerciale, aperto a chiunque e con il vizio particolarmente fastidioso di essere poco più che “Usa e Getta” per le nostre orecchie. La realtà è questa: il concetto stesso di Album sta morendo (e ciò mi dà enormi spunti per l’Editoriale della prossima settimana…), soppiantato dallo sviluppo di “tracce individuali” da vendere Online, sia esso su Spotify o su iTunes. Senza dubbio un peccato, ma non analizzeremo ancora la questione in questa sede; quel che ci interessa, piuttosto, è che, in una situazione simile, opere d’Arte come The Wall dei Pink Floyd potrebbero non essere mai esistite (e, in effetti, sempre più gente sembra disconoscere i più grandi pezzi e gruppi del passato).
The Wall si discosta poco dalla vera e propria definizione di “Musica-Come-Forma-D’Arte”, dimostrando che un Album può essere molto più che la semplice successione di tracce audio registrate senza troppi nessi logici a legare l’una all’altra. Così come Metropolis Pt. II: Scenes From A Memory dei Dream Theater, The Wall è un Concept Album; un Album, cioè, che tenta di raccontare una storia attraverso la Musica. Nello specifico, The Wall racconta la storia di un aspirante Rockstar, Pink (non la cantante che conosciamo oggi, ovviamente), che costruisce un vero e proprio “muro” con il proprio successo, isolandosi dal mondo che lo circonda e dai contatti umani stessi. La trama era abbastanza elaborata da permettere la realizzazione di un film lungo circa un’ora (che, come dice qualcuno, “bisognerebbe essere fatti come una pigna per capire a pieno”, e mi si perdoni la licenza poetica).
In ogni caso BeiPhone non è sempre e solo tecnologia, e, con l’album che compie gli anni esattamente nella giornata di oggi, non può esistere un’opportunità migliore per distogliere la propria mente da tutte le preoccupazioni e ascoltare l’intero album, senza distrazioni, dall’inizio alla fine, cercando di immergersi nella storia.
E, visto che siamo buoni, troverete pure la versione YouTube dell’Album in apertura di articolo. Poi non dite che non pensiamo a voi.
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