The ward - il reparto

Da Newmoon35 @si

Trama: 1966. Kristen, dopo aver dato fuoco ad una fattoria viene catturata dalla polizia locale e portata nel reparto di un ospedale psichiatrico, non ricorda nulla di quanto successo prima del rogo. Qui,incontra quattro coetanee: Sarah,  Zoey, Iris e Emily, ma viene anche a conoscenza dell’esistenza di Alice, il cui fantasma terrorizza i corridoi dell’ospedale e non permette a nessuno di uscire vivo dal "reparto".
Il, gradito, ritorno di John Carpenter, 9 anni dopo il sottovalutato "Fantasmi da marte".
Il maestro gira in economia, praticamente un solo ambiente, pochi personaggi eppure riesce, grazie ad una trama inquietante e ad una buona dose di esperienza dove altri, usando gli stessi scarsi mezzi, hanno fallito, ovvero mantenere un buon livello di tensione e non annoiare.
Da sempre Carpenter ha un concetto della paura come qualcosa di sottile, silenzioso, come sottolineato dall'amica blogger Lucia "per lui è più spaventoso qualcuno che si muove in punta di piedi piuttosto che qualcuno che arriva su una macchina sgommando e con lo stereo a palla di cannone, perché il primo non lo vedi arrivare, il secondo si".
Qui non c'è qualcuno, ma qualcosa destinato ad arrivare all'improvviso e lo intuiamo fin da subito.
Nell'atmosfera alienante del reparto Kristen (la brava Amber Heard) che tutto sembra tranne che pazza, cerca di capire  cosa le sia successo prima dell'incendio, perchè è stata portata lì e soprattutto come uscirne. Ma altri misteri aleggiano inquietanti sul reparto. Perché tutte le pazienti, quando stanno per essere dimesse, scompaiono senza lasciare traccia? Chi è la bambina incatenata che appare nei sogni di Kristen?E soprattutto Alice, l'inquietante figura apparentemente responsabile di tutte le sparizioni delle ragazze esiste davvero oppure è solo la proiezione di un gruppo di menti disturbate?
Sull'onda di queste domande l'angoscia sale e qui Carpenter ci frega. Perché quando cominciamo a pensare a spettri e magie misteriose, il grande regista ci svela con semplicità e stile in un finale abbastanza sorprendente, che il male si cela dietro a traumi talmente grandi da trovare nel delirio la sola ed unica forma di rifugio.
Insomma, probabilmente niente di nuovo sul fronte del genere; forse più un thriller che un horror vero e proprio, ma ben fatto e piacevole da guardare.
Direi che Carpenter ha fatto, a suo modo, ancora centro, e speriamo di non dover aspettare altri nove anni per un suo nuovo film.

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