The wedding: 19° capitolo online

Creato il 14 agosto 2010 da Alessandraz @RedazioneDiario
THE WEDDING di Beth Fantaskey
CAPITOLO 19
Mentre gli invitati prendevano posto alle nostre spalle, Alexandru Vladescu, l’antico vampiro che avrebbe presieduto l’intera cerimonia, allungò le mani tremanti e le posò sulle nostre fronti, esortandoci a chinare il capo per ricevere l’equivalente vampiresco di una benedizione. «Siamo qui questa sera per celebrare l’unione eterna del principe Lucius Vladescu e della principessa Antanasia Dragomir, e per dare loro la benedizione dei nostri clan» disse. La sua mano era sorprendentemente ferma sulla mia testa. «Da questo momento in avanti, come previsto dal patto stipulato alla loro nascita, vivranno e regneranno come un’entità unica e inscindibile».
Dopo di che riportò le braccia lungo i fianchi e io e Lucius sollevammo lo sguardo. Quella sarebbe stata la penultima volta che avrei visto Lucius inchinarsi al cospetto di un altro vampiro, per quanto venerabile, saggio o potente fosse. L’ultima sarebbe stata in occasione della nostra incoronazione come re e regina. Sempre che quel giorno fosse arrivato…
Con la coda dell’occhio guardai Lucius. Il naso dritto, il mento pronunciato e il ciuffo di capelli neri che gli ricadeva sulla fronte riflettevano la sua natura indomita, un’impetuosità a stento tenuta a freno, persino in un’occasione come quella.
Lucius sarebbe stato il padre dei miei figli, i futuri principi e principesse…
«Ma prima di tutto» disse Alexandru richiamando la mia attenzione e costringendomi a fissare quegli occhi la cui oscurità mi era ormai familiare. Gli occhi dei Vladescu avevano assistito a secoli, forse addirittura millenni, di matrimoni, di nascite… e di distruzioni. «Prima di tutto dovete dichiararvi marito e moglie al cospetto dei vostri testimoni».
Questa volta fui io a stringere d’impulso la mano di Lucius, mentre prendevo un bel respiro. Quella era la parte più importante di tutta la cerimonia e anche se sapevo che Lucius voleva sposarmi, tremai per l’apprensione, mentre attendevo che la fatidica domanda venisse formulata. Nel mondo di cui stavo per entrare a far parte, un mondo dove le unioni erano davvero per l’eternità, le parole che avrei pronunciato di lì a poco sarebbero state irrevocabili.
«Lucius Vladescu,» disse Alexandru, con tono solenne, quasi minaccioso «vuoi tu prendere Antanasia come tua sposa per l’eternità?».
Io e Lucius ci guardammo e lui mi prese le mani fra le sue, facendo svanire di colpo ogni mia preoccupazione. Mi guardava con occhi sinceri, limpidi e, una volta ancora, vidi nel suo sguardo l’amore, che talvolta si nascondeva dietro una risata o un moto di frustrazione, per non parlare delle altre complesse emozioni che il mio taciturno principe provava, e che da qualche tempo a questa parte non esitava a dimostrarmi.
Quella notte non c’era altro che amore nella sua voce, quando in tono ufficiale annunciò a tutti – e a me per prima: «Sì, prendo Antanasia come mia sposa, ora e per l’eternità». Anche se sapevo che Lucius avrebbe detto sì e che non c’era alcun motivo di temere, tirai ugualmente un sospiro di sollievo e mi commossi nel sentirlo pronunciare quelle parole ad alta voce.
Lui voleva me, per sempre…
Poi, mentre ci guardavamo, mano nella mano, Alexandru Vladescu disse il mio nome e mi rivolse la stessa domanda: «Antanasia Dragomir, vuoi tu prendere Lucius come tuo sposo per l’eternità?».
Aprii la bocca, ansiosa di rispondere, senza nemmeno aspettare che la voce del vetusto vampiro si dileguasse nel silenzio della notte, perché non avevo dubbi riguardo a ciò che volessi fare. Conoscevo da sempre la risposta a quella domanda…
Ma non feci in tempo a parlare, perché Lucius mi strinse le mani e dal suo sguardo capii che mi stava chiedendo di tacere. Poi abbassò lo sguardo.
Attesi, cercando di capire cosa stesse facendo.
All’improvviso sollevò la testa e fu allora che intravidi il luogo più recondito dell’anima di Lucius… vidi un lato di lui che non credevo mi avrebbe mai mostrato. Nemmeno se fossimo davvero vissuti l’uno al fianco dell’altra per l’eternità.

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