CAPITOLO 5
«Carino da parte vostra» disse papà, sorridendo prima a me poi a Lucius. «Direi quasi commovente!»
Sorrisi a mia volta a Lucius, seduto dall’altra parte del tavolo, apprezzando il suo gesto sia per l’occhio di riguardo nei confronti dei miei genitori che per il delicato umorismo che lo accompagnava. La portata aggiunta all’ultimo momento al menù della serata – “Lenticchie in casseruola alla Vladescu” – faceva scherzosamente riferimento all’amore spassionato dei miei genitori per legumi e granaglie di ogni tipo, in particolar modo le lenticchie e, allo stesso tempo, era un modo per farli sentire a casa.
«La casseruola è stata un’idea di Lucius» dissi loro, ignorando le espressioni sconcertate sui volti dei miei parenti vampiro. Ero sicura che sapessero cosa fossero le lenticchie, ma sia Vladescu che Dragomir non potevano conoscere il perché della loro presenza nel menù.
La mamma invece sapeva bene che lo scherzo di Lucius era diretto a lei. In passato lui non aveva mai fatto mistero di ciò che pensava della sua cucina. «Dovevi chiamarmi, ti avrei dato la mia ricetta segreta, Lucius» disse lei rivolgendogli un sorriso imbronciato ma affettuoso. «L’avrei fatto volentieri!»
All’altro capo del tavolo, affiancato da due servitori, intenti a riempire di vino rosso gli slanciati calici finemente lavorati, vidi Lucius palesemente divertito dalla situazione che si era creata. «Non avrei mai osato disturbarti!» scherzò. «Vediamo un po’ cosa sarà capace di fare il mio cuoco con questo legume così versatile e ostinato. Non vedo l’ora di assaggiare la sua variazione sul tema!»
All’improvviso, osservando Lucius presiedere quella lunga tavolata e mantenere sotto controllo menù e insieme conversazione, mi venne da pensare a quanto grandi e repentini fossero i cambiamenti che la mia vita stava attraversando. Meno di un anno prima, la mamma aveva letteralmente trascinato per l’orecchio Lucius fuori dalla nostra modesta sala da pranzo e l’aveva rimproverato per essere stato maleducato con Jake nel giorno del nostro primo appuntamento. Guardai prima mamma poi Lucius, riflettendo sul fatto che un episodio simile non sarebbe più potuto accadere. Mai più.
E io… io stavo conducendo una vita da adulta in un nuovo paese… ma ero davvero abbastanza matura per tutto questo?
Con un pizzico d’agitazione mi sistemai sulla sedia e lanciai un’occhiata a Mindy che mi apparve così piccola, giovane e vulnerabile in una situazione formale come quella. Stava studiando, con aria quasi diffidente, l’abbagliante distesa di argenteria, disposta davanti a ognuno di noi.
A mia volta studiai l’incredibile numero di posate a mia disposizione, incerta su quando e come usarle, e la sensazione di sicurezza che aveva sentito dentro quando Lucius mi aveva preso per mano, vacillò nuovamente.
La notte in cui scongiurai la guerra fra i due clan di vampiri reclamando il mio ruolo di leader del clan dei Dragomir, ero stata capace di esercitare la mia autorità. Ma non potevo fare a meno di chiedermi… a chi assomigliassi di più, se a Lucius, totalmente a suo agio nei panni del condottiero, o a Mindy, sorridente ma nervosa?
Ero davvero pronta a sedere a capotavola, come il principe che vedevo laggiù, di fronte a me? O appartenevo di più alla schiera di coloro che sedevano ai lati del tavolo, come umili invitati alla mia festa?
I due servitori incaricati di versare il vino raggiunsero Lucius e, in contemporanea, iniziarono a servire il resto degli invitati con agilità quasi coreografica. Istintivamente portai una mano sul mio bicchiere a indicare che non volevo, o meglio non potevo, bere vino. Ma poi lanciai un rapido sguardo a Lucius e vidi che lui non stava nemmeno facendo caso ai servitori. Allora guardai i miei genitori cercando un loro cenno d’approvazione, senza pensare che un sorso di vino alla mia età fosse perfettamente legittimo e che, di fatto, non avevo bisogno del loro benestare. In ogni caso non potevo non partecipare al brindisi, sebbene il sapore del vino non mi facesse impazzire.
Abbassai la mano, sperando che nessuno avesse notato il mio gesto e rimasi a osservare placida il liquido scuro, quasi nero, che ricadeva nel mio calice. A lume di candela assomigliava a qualcos’altro che avrei voluto molto, molto di più. Qualcosa che bramavo con tutta me stessa, di cui sentivo addirittura la necessità.
Il mio sguardo si fissò su quel liquido color inchiostro. Sangue e vino... due cose che avevo assaggiato poche volte e che d’ora in avanti avrebbero regolarmente fatto parte della mia vita...
Poi con la coda dell’occhio vidi Lucius alzarsi in piedi richiamando a sé la mia attenzione – così come quella di tutti gli altri invitati – mentre sollevava in alto il calice per proclamare un brindisi.
Guardandolo, capii che si stava divertendo, che quello era il suo elemento. Tuttavia ero anche totalmente consapevole che, nonostante la sua contentezza per la bella compagnia riunita, persino un ricevimento come quello fosse sotto la continua minaccia di un conflitto imminente. Qualsiasi tentennamento, per involontario o impercettibile che fosse, poteva dar luogo a gravi ripercussioni future.
Ovviamente niente di tutto questo trasparì sul volto di Lucius poco prima di pronunciare le parole che, non solo avevano il compito di ringraziare chi aveva accettato l’invito, ma che avrebbero anche potuto in futuro scatenare una guerra, se non soppesate con la dovuta attenzione.
Mi guardai intorno per osservare i Dragomir, ma soprattutto lo zio di Lucius, Claudiu, che sedeva rigido al suo posto, con le dita lunghe e pallide che seguivano lentamente, su e giù, il contorno del calice di vino, e sentii la gola che mi si serrava, come se quelle dita mi stessero sfiorando il collo.
Claudiu probabilmente non avrebbe affatto disdegnato una guerra. In quanto membro degli Anziani Vladescu, aveva preso parte al complotto che vedeva Lucius aggredirmi nella nostra stanza nel bel mezzo della notte, per permettere ai Vladescu di esercitare potere incontrastato su un impero di vampiri…
Spostai di nuovo lo sguardo su Lucius, di colpo terrorizzata all’idea di ciò che mi aspettava e insieme bisognosa come non mai di essere rassicurata, di sapere che il potente principe guerriero che mi stava davanti in tutta la sua autorevolezza mi avrebbe protetto da ogni pericolo.
E la sua vista riuscì di nuovo a calmarmi – anche solo per un istante. Sarei sicuramente stata al sicuro insieme a lui, nella stanza che mi aveva mostrato durante il giro del castello… Non potei fare a meno di voltarmi ancora una volta verso Claudiu. Ma che ne sarebbe stato di me senza Lucius al mio fianco?
Il panico mi si stava insinuando dentro così velocemente che mi ci volle un po’ per rendermi conto che Lucius non aveva ancora detto una parola. A dire la verità non stava nemmeno guardando i suoi invitati, né me.
No, la sua attenzione era tutta rivolta verso la pesante porta di legno che si stava aprendo con sommessi cigolii alle mie spalle. Quando si spalancò, facendo entrare una folata di vento gelido che fece tremare violentemente le fiamme delle candele, l’espressione di Lucius mutò di colpo, facendomi mettere da parte ogni ipotesi di complotto segreto da parte di Claudiu. Iniziai lentamente a voltarmi, con l’impressione che chiunque stesse per far la sua apparizione non fosse uno dei servitori che portava altro cibo o vino. E Lucius confermò il mio sospetto: doveva trattarsi di qualcuno d’importante.
«Sebbene si presenti vergognosamente in ritardo,» iniziò a dire Lucius, mentre l’ombra dell’ultimo arrivato avanzava «vi prego di dare il benvenuto al mio solo e unico fratello!».
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