The Words

Creato il 10 febbraio 2013 da Cinzialuigiacavallaro
 

Le parole, solo quelle, alla fine contano solo quelle. E la coscienza di chi scrive, che cosa scrive, perché scrive, perciò sono “Le Parole”. The Words. Con la lettera maiuscola. Finisce il film con un domanda: – Non lo sai che le parole rovinano tutto?

La seconda questione che si pone nella storia rappresentata: What’s life, what’s fiction? Where does life end and fiction starts? Il confine sottile tra realtà e narrativa. Un lungo racconto incentrato sulla scrittura e sulla difficoltà dello scrittore di far emergere la propria voce, di farsi spazio nel variegato e complesso mondo editoriale, ovunque ci si trovi sulla terra.

Quando di notte tutti dormono, lo scrittore si mette al lavoro. Non è detto che sia esattamente nel cuore della notte, ma certamente lo scrivere è come il seme che sta sepolto sotto terra, magari sotto una coltre di neve, e poi un bel giorno il testo scritto emerge come esile piantina e si affaccia sulla terra, nella speranza di venir notato, prima o poi, per la sua unicità, originalità e freschezza. C’era un’altra poetessa, portava il nome di Alda Merini, la quale sosteneva che anche “i poeti lavorano di notte”. Non è il mio caso, nel senso che non è mai a notte fonda che le mie parole prendono corpo, ma quasi sempre è molto prima dell’alba che l’ispirazione è più intensa e chiara, viaggia veloce e il silenzio tombale aiuta a esprimere queste parole nuove, che vedranno la luce mentre il sole si appresta a sorgere di lì a poco.

Un film che non è un capolavoro, ma che può essere molto utile per chi scrive, per chi lo vorrebbe fare e forse, per via indiretta, anche per i lettori che possono avvicinarsi un po’ di più al mondo dello scrivere con tutti i suoi travagli e le sue difficoltà. Io non credo davvero di poter mai fare ciò che il protagonista sceglie di fare in questo film; se lo vedrete vi chiederete anche voi quanto sia facile barare, potendo e volendo. E come poi assumersi le responsabilità di questo gesto e affrontare tutte le relative conseguenze. Linkato alla locandina poco sopra è il trailer in italiano.

Ho promesso a me stessa che non avrei scritto esattamente una critica del film, e ancor meno avrei fatto anticipazioni importanti sulla trama; se lo vedrete capirete il perché. Ma una considerazione è indispensabile e certa: quando una storia è scritta con l’anima e con il cuore, in qualsiasi epoca e chiunque sia l’autore, è universale e senza tempo.

In questo senso mi sovvengono le parole di Katherine Mansfield, una maestra del racconto, (leggete l’articolo che ho linkato!) che pensava e scriveva così:

Un’opera letteraria senza emozione è un’opera morta; diventa un documento invece di una rivelazione.

Senza entrare nei dettagli, è quello che succede in questo film. Vedetelo e ritroverete tutte le difficoltà dello scrivere. Difficoltà? Perché, scrivere è difficile?

Non credo esista al mondo via più impervia di questa. Devi amare profondamente la scrittura,  altrimenti non ce la puoi fare. Oppure fai l’imbrattacarte, ma è un’altra cosa.


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