Apro la recensione di The World’s End con un antefatto. Quando vidi la locandina de “L’Alba dei Morti Dementi”, mi misi a ridere e scossi la testa. Pensai che fosse un titolo idiota e sicuramente legato a un prodotto di bassa lega stile Scary Movie o simili. Forse peggio. Poi una sera non trovai nulla che mi interessasse. Mi dissi che mal che andava, lo guardavo con una ciotola di popcorn senza dover pensare troppo.
Ebbene, grazie al Cielo, Shaun of the Dead era un capolavoro, e così conobbi il trio Pegg/Frost/Wright. Adesso, dopo Il sopracitato Shaun of the Dead e Hot Fuzz, Wright torna a dirigere Pegg e Frost, in questo film che non delude le aspettative.
Locandina
Trama
Cinque ragazzi progettano un epico tour dei pub di Newton Haven, la loro piccola cittadina. Immaginano il tour come un impresa epica degna di un gioco di ruolo, di un romanzo cavalleresco alla Chrétien de Troyes. Qualcosa però va storto, e non riescono a raggiungere la fine dell’impresa. Meta ambita, rimarrà quel lontano The World’s End, pub su cui l’insegna campeggia un meteorite.
Divenuto adulto, l’allora leader del gruppo, Gary King, radunerà con qualche sotterfugio gli amici, ormai chiusi nelle loro vite sicure di padri di famiglia o lavoratori in carriera, tentando ancora l’impresa. Ma sul loro cammino si scontreranno con una buffa invasione aliena.
I 5 moschettieri
Considerazioni
Shaun of the Dead era geniale. Hot Fuzz pure. Questo è ampiamente al loro livello, ma avendo in più il bonus dell’esperienza di Wright, cresciuto negli anni, e un cast all star. Magari i nomi Paddy Considine, Eddie Marsa, Martin Freeman e i protagonisti Simon Pegg e Nick Frost, diranno poco, ma li avete spesso visti in produzioni made in UK. Sono attori e caratteristi di una certa caratura, e averli tutti insieme in bella vista, è davvero un plus non indifferente.
Le insegne dei pub, protagoniste anche loro del film
La parte comica, se così vogliamo definirla, del film, si mantiene sempre sui toni eleganti e mai eccessivi della commedia all’inglese, dove a farla da padrone sono l’espressività degli attori e la loro bravura, unite a sceneggiature improntate su gag sobrie e forse a volte sottili. Ma questo è ciò che piace a me.
Ci sono perfino delle componenti action molto forte, e se Wright ha studiato la materia anche in Usa, la mano è ferma senza macchina da presa ballerina, rendendo queste parti perfettamente chiare e riuscite. Belle scene action di combattimento, nulla da dire se non chapeau!
E come valore aggiunto, abbiamo che è una delle commedie generazionali più riuscite di questi anni.
Credo che non riempierà i botteghini e in meno di un paio di week end scomparirà, ignorato dalla gente, troppa ancora, che non conosce il potere del Cornetto…